L’ultimo regalo alle coop. Con il codice Appalti il sistema Buzzi diventa legge

Con un giochetto di parole nel codice Appalti, il Governo ha scritto una norma-regalo per le coop sociali. E spalanca la strada a molti altri casi Buzzi

Il “sistema” di Salvatore Buzzi sta per diventare legge. Con tanto di sigillo sul codice Appalti. Nel caso di via libera definitiva, infatti, non ci sarà più alcun ostacolo nell’affidamento esclusivo di servizi a cooperative sociali. Perché è tutto nero su bianco nella normativa presentata dal Governo e in via di approvazione. Palazzo Chigi sfrutta il recepimento di una direttiva europea per realizzare l’operazione. Peccato, però, che nelle indicazioni dell’Ue non esiste il riferimento alle cooperative sociali. L’articolo di legge in questione è perciò frutto di una interpretazione dell’esecutivo. “Il fatto grave è che con la motivazione di recepire una direttiva si favoriscono delle imprese a discapito di tutte le altre tipologie di società. Senza che la normativa europea menzioni le coop”, dice a La Notizia il deputato di Alternativa libera, Marco Baldassarre.

LEGGINA INFILATA
Sfogliando il corposo “Nuovo codice dei contratti pubblici”, meglio noto come codice Appalti, nell’articolo 112 ci si imbatte nella corsia “riservata” alle cooperative sociali, diventate note per essere pietra dello scandalo Mafia capitale. Il testo prevede che “quando almeno il 30% dei lavoratori degli operatori interessati è composto da persone con disabilità o svantaggiate” c’è “la possibilità di riservare il diritto di partecipazione alle procedure di appalto, o di concessione, a operatori economici e a cooperative sociali e ai loro consorzi il cui scopo principale sia l’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità o svantaggiate”. Una revisione sostanziale della direttiva europea, che non menziona le coop sociali, ma si riferisce a “laboratori protetti e operatori economici il cui scopo principale sia l’integrazione sociale”. Non solo. L’Ue parla di diritto a partecipare alle procedure d’appalto e non considera le  concessioni a differenza dell’articolo dell’atto governativo. Dietro a queste sottigliezze lessicali potrebbe spalancarsi un importante giro di affari. Soprattutto in vista di alcuni bandi in preparazione tra il 2016 e il 2017, come quelli sulla pulizia nelle scuole che già hanno fatto parlare per le irregolarità sanzionate dall’Antitrust. Tuttavia, grazie alla nuova normativa, per l’Authority sarebbe difficile prendere in esame le questioni.

BUZZI LEGALE
Certo, l’intento del codice Appalti sarebbe pregevole: aiutare le persone affette da disabilità all’inserimento nel mondo del lavoro, attraverso apposite realtà economiche. Ma la storia recente insegna che la declinazione dei “buoni principi” può essere facilmente elusa. E quindi sarebbe più opportuno attenersi a quanto contenuto nella direttiva europea. Per questo Baldassarre evidenzia: “Ricordiamo  bene che Salvatore Buzzi, il dominus di Mafia Capitale, agiva con le cooperative sociali e, benché sia sbagliato generalizzare, sarebbe il caso che il Parlamento riflettesse bene su questi aspetti. Invece tutti fanno finta di niente”.