Salve le pensioni dei medici, cancellato il taglio degli assegni in manovra

Approvato l'emendamento alla manovra che elimina il taglio alle pensioni dei medici, dei maestri e dei dipendenti degli enti locali.

Salve le pensioni dei medici, cancellato il taglio degli assegni in manovra

Nella notte è stato completato il voto sugli emendamenti e gli ordini del giorno alla manovra in commissione Bilancio al Senato. I lavori riprendono in mattinata con le dichiarazioni di voto e il voto del mandato al relatore. La novità principale, approvata nella notte, riguarda le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari: non ci sarà il taglio dell’assegno inizialmente previsto in manovra.

La commissione ha approvato l’emendamento del governo che evita i tagli previsti per la parte contributiva degli assegni. Resta, invece, la penalizzazione per le pensioni anticipate, ma con un taglio più soft per i sanitari con la riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro.

Niente tagli alle pensioni dei medici e le altre novità in manovra

Eliminati, quindi, i tagli per le pensioni dei medici e di alcuni dipendenti statali che erano stati previsti dalla prima versione della manovra. Si prevedeva un assegno più basso per chi lascia il lavoro dal 2024, con un ricalcolo degli assegni per la parte contributiva. Per quanto riguarda i dirigenti medici e gli infermieri, invece, ci sarà la possibilità di rimanere al lavoro fino ai 70 anni su base volontaria.

In commissione sono stati votati anche altri quattro emendamenti presentati dal governo che prevedono la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto, prendendo una parte delle risorse dal Fondo di coesione. Via libera anche alla cabina di regia per il disagio abitativo e ai fondi per i concorsi per il comporto della sicurezza.

Per quanto riguarda il tesoretto da 40 milioni di euro previsto per le modifiche parlamentari per le opposizioni, tutte le risorse sono state impiegate per il contrasto alla violenza sulle donne. 

Via libera anche all’emendamento dei relatori sulla parte relativa alla casa: la principale novità riguarda la norma sugli affitti brevi voluta da Forza Italia, secondo cui la cedolare secca si paga al 21% per la prima casa affittata e sale al 26% per le altre. Ok anche alle agevolazioni per il fondo di garanzia sui mutui sulla prima casa per le famiglie numerose e sulla base dell’Isee.