Sul caso Siri i 5 Stelle vogliono le dimissioni: ecco le 4 domande che inchiodano la Lega. Per Salvini ora diventa difficile far finta di niente

Sul caso Siri i 5 Stelle non trattano più: ecco le 4 domande che inchiodano la Lega e il suo sottosegretario. Per Salvini è difficile far finta di niente

Nel corso delle ultime ore il pressing del Movimento cinque stelle su Armando Siri si è fatto via via più asfissiante. Il discorso è semplice: all’interno del Governo non può restare chi è indagato per corruzione in un’inchiesta, per di più, condotta dall’Antimafia. Ed è per questo che, secondo fondi M5S, l’intento del Carroccio negli ultimi giorni sarebbe quello di confondere furbescamente le acque. “Le stanno provando tutte per distogliere l’attenzione sul tema principale: le dimissioni di Siri. Prima gli attacchi gratuiti alla Raggi, poi la foto di Salvini con il mitra e ancora la reintroduzione della leva obbligatoria. Una dopo l’altra per provare ad oscurare quella che per noi rimanere la notizia principale sulla quale non possiamo soprassedere: l’inchiesta per corruzione che vede il coinvolgimento del sottosegretario Siri”. È questo quello che fanno trapelare fonti del Movimento 5 Stelle. “Di mezzo ci sarebbero legami con la mafia. E questo governo non deve avere alcuna ombra, non può essere accostato lontanamente a fatti di corruzione e mafia. Siri faccia un passo di lato e chiarisca”, aggiungono le stesse fonti.

Insomma, il Movimento è tornata a fare il Movimento chiedendo compatto le dimissioni di Siri. E lo fa anche sul blog delle stelle. A nome dello stesso Movimento cinque stelle, infatti, è stato pubblicato un articolato e lungo post in cui si sottolinea che “in questi primi mesi di governo abbiamo fatto quello per cui i cittadini ci hanno votato: abbiamo avviato un cambiamento in Italia. Un cambiamento fatto di piccole cose, come i vitalizi aboliti, e di grandi cose, come la legge spazzacorrotti. Ma cambiamento non sono solo i gesti, i fatti, ma anche un approccio alla cosa pubblicadiverso da quello a cui ci ha abituato per decenni la politica che ci ha preceduto. Quell’atteggiamento che il MoVimento 5 Stelle ha assunto fin dalla sua nascita, ha mantenuto per 5 anni ai banchi dell’opposizione e ha portato al governo. Perché mai, altrimenti, avremmo dovuto alzare le barricate contro l’ex ministro Boschi? Perché mai avremmo dovuto indignarci di fronte al caso Consip? Perché mai avremmo dovuto chiedere la sospensione di un nostro assessore a Roma nelle stesse ore in cui circolava addirittura la richiesta di archiviazione da parte della Procura, com’è accaduto di recente? Lo abbiamo fatto perché i reati contestati e le situazioni di riferimento avevano un certo peso specifico”.

Da qui il principio pentastellato secondo cui la politica deve dare il buon esempio. “Nessuno può nascondersi dietro la presunzione di innocenza di fronte all’ipotesi di un reato di corruzione. Non può farlo, a maggior ragione, quando nella stessa inchiesta emergono legami con la mafia. Quando un politico viene accusato dalla magistratura di essere un corrotto, deve fare un passo indietro e chiarire. Si può difendere, è un suo diritto, ma deve farlo lontano dalla sua carica. È quel che è accaduto al sottosegretario Armando Siri. E quel che abbiamo chiesto, in virtù della nostra coerenza, è stato che si mettesse in panchina fino al chiarimento definitivo, che rinunciasse al suo incarico nel governo mantenendo comunque il ruolo di senatore”, continua il post che poi ricostruisce tutta la vicenda che ruota attorno al sottosegretario.

Da qui le domande poste dai Cinque stelle direttamente alla Lega:

1. Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l’ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l’ambiente che, secondo l’accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come “finanziatore” della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)?

2. Perché il sottosegretario Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal MoVimento 5 Stelle, per incentivare l’eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?

3. Perchè Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte (quando è uscita la notizia dell’indagine per corruzione ha detto: “Non mi sono mai occupato di eolico in vita mia“. Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: “Me l’ha chiesto una filiera di piccoli produttori”. Infine, al Corriere, ha dichiarato: “Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto ‘va bene, mandamelo’ ”)?

4. Il figlio di Arata è stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?

“Il più grande capitale dei cittadini italiani è la reale volontà di cambiamento delle forze al governo. Dare una risposta a queste domande significa dire ai cittadini che in Italia le cose sono cambiate davvero. Il cambiamento non ammette sconti, o scorciatoie. Prima di tutto con se stessi, come il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato. Andiamo avanti a lavorare, c’è tanto da fare, ma con serietà”, conclude il post.