Sovraffollamento delle carceri, la proposta di Fratelli d’Italia: rispedire i detenuti stranieri in patria anche senza il loro consenso

Fratelli d'Italia risolve il sovraffollamento delle carceri seguendo il modello dell'Albania: la proposta di Andrea Delmastro.

Sovraffollamento delle carceri, la proposta di Fratelli d’Italia: rispedire i detenuti stranieri in patria anche senza il loro consenso

Sfruttando al massimo l’atmosfera natalizia che – come da tradizione – “rende tutti più buoni”, Fratelli d’Italia ha annunciato di essere pronta a varare una nuova iniziativa per risolvere problema del sovraffollamento delle carceri. L’idea è semplice: rispedire i detenuti stranieri in Patria anche senza il loro consenso per fargli scontare le pene.

Il piano di Fratelli d’Italia contro il sovraffollamento delle carceri

“Ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri ipotizzando in tutti i trattati bilaterali internazionali la possibilità, come avviene per l’Albania, che il detenuto possa scontare la pena nel paese di provenienza anche senza il suo consenso. Così avremmo già risolto il sovraffollamento”. Così Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di FdI, durante un’intervista rilasciata a Il Giornale. Il politico ha spiegato in modo dettagliato il piano del partito di Giorgia Meloni per cancellare con un colpo di spugna il problema del sovraffollamento delle carceri.

“Se ci sono 19mila detenuti stranieri per 137 euro al giorno per 365 giorni, mandandoli nel Paese di provenienza io ogni anno ho trovato soldi per costruire nuove carceri”, ha detto l’avvocato. Che poi ha sottolineato: “Sulla detenzione abbiamo ereditato una situazione esplosiva – dice Delmastro -. Noi innanzitutto abbiamo la necessità su 190 carceri di trovare 190 direttori e 190 comandanti, e li troveremo. Come di aumentare educatori e psicologi per evitare i suicidi. Poi serve un intervento serio sull’edilizia penitenziaria”.

Carenza di personale e detenuti in custodia cautelare: il progetto di Delmastro

Delmastro si è anche soffermato sul nodo delle carenze di organico tra gli agenti penitenziari, asserendo che “aumentare l’organico di polizia penitenziaria serve per umanizzare la pena, migliorando il servizio”. Il sottosegretario alla Giustizia in quota FdI, inoltre, ha anche precisato: “Non essendo figli di un dio minore rispetto ai colleghi delle forze dell’ordine, anche la polizia penitenziaria andrà dotata di taser per contenere gli eventi critici”.

In merito alla categoria costituita dai detenuti in custodia cautelare, come i giovani prigionieri del carcere Beccaria che sono in attesa del processo, l’avvocato ha dichiarato: “La custodia cautelare oggi in Italia è smodata anche solo per aspetti statistici agghiaccianti rispetto al resto d’Europa. A volte anche a fini snaturati rispetto all’esigenza di sicurezza, ma per ottenere una confessione. Bisogna rivederla – e ha aggiunto –. Prevedendo un intervento che renda meno discrezionale il ricorso agli arresti preventivi. Ma noi di Fratelli d’Italia rimaniamo contrari a ciò che prevedeva il referendum che evitava la custodia in caso di rischio reiterazione. Che è invece l’unico modo per fermare spacciatori e stalker”.

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