La strategia della tensione si organizza su Telegram. Numeri di telefono privati e centralini: i violenti sanno tutto. La Procura di Torino indaga sulla rete utilizzata dai no vax per prendere di mira medici e politici

L’odio corre via Telegram. Sul sistema di messaggistica, in diversi canali, vengono pubblicati numeri di telefono e indirizzi di medici e virologi.

La strategia della tensione si organizza su Telegram. Numeri di telefono privati e centralini: i violenti sanno tutto. La Procura di Torino indaga sulla rete utilizzata dai no vax per prendere di mira medici e politici

L’odio corre via Telegram, il sistema di messaggistica, dove, in diversi canali, vengono pubblicati numeri di telefono privati, centralini delle istituzioni (compreso quello di palazzo Chigi), fino agli indirizzi di casa di medici e virologi, nemici giurati dei no vax. Il Garante della privacy è intervenuto ricordando che “diffondere senza consenso dati personali” è “un atto illecito che può determinare anche l’applicazione di pesanti sanzioni” (leggi la nota).

Adesso, secondo quanto riporta un’agenzia di stampa, la Procura di Torino sta indagando sul canale Telegram dei no vax “Basta Dittatura”. Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti in concorso, si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala.

La chat è diventata lo sfogatoio dei contrari al vaccino e culla delle azioni dimostrative contro coloro che sono ritenuti responsabili dell’introduzione del Green Pass e contro chi incentiva la vaccinazione. Sotto la lente di chi indaga le minacce al governo e ai politici, passando per medici e giornalisti. Alcuni no vax hanno, per esempio, preso di mira alcuni medici impegnati nella campagna di vaccinazione in Sicilia.

Tra quelli più colpiti da minacce e attacchi l’infettivologo Antonio Cascio che ha scritto su Facebook di essere “favorevole a far pagare a coloro i quali hanno rifiutato il vaccino tutte le spese relative al loro ricovero ospedaliero nel momento in cui ne avranno bisogno a causa della loro positività” (qui i suoi post).

Su alcuni canali Telegram “sono stati diffusi i miei dati, la mia mail, il mio numero di telefono il mio indirizzo di casa – dice il professore Cascio – vengo bersagliato da attacchi e insulti sui social. Preso di mira perché sono certo che bisogna puntare sul vaccino per superare la pandemia. Mi chiamano al telefono per insultarmi, sono tempestato da mail sia in quella privata che in quella dell’università. Spiace perché il clima sta diventando pesante”.

“Un medico che parla di no vax riferendosi a chi non vuol fare da cavia letteralmente sputa sul giuramento di Ippocrate!”, è uno dei tanti messaggi all’indirizzo di Cascio che al momento ha deciso di non rivolgersi alle forze dell’ordine, anche perché alcuni accertamenti sarebbero già partiti d’ufficio. Sui social anche attestati di stima e vicinanza all’infettivologo.

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