Guerra nella Striscia di Gaza, gli Usa annunciano una nuova proposta di pace. Ma Smotrich avvisa Netanyahu: “Se accetti, il governo cade”

Striscia di Gaza, gli Usa annunciano una nuova proposta di pace. Ma Smotrich avvisa Netanyahu: "Se accetti, il governo cade"

Guerra nella Striscia di Gaza, gli Usa annunciano una nuova proposta di pace. Ma Smotrich avvisa Netanyahu: “Se accetti, il governo cade”

Davanti alle barbarie della guerra nella Striscia di Gaza e alle bellicose dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, che non fa che minacciare ulteriori escalation, paventando addirittura un raid sulle strutture nucleari dell’Iran, gli Stati Uniti sembrano aver definitivamente perso la pazienza con il loro storico alleato. In queste ore, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha dichiarato che presto verrà depositata una nuova bozza di accordo che, secondo lui, non potrà essere rifiutata né da Israele né da Hamas.

Il piano per la tregua, secondo quanto trapela da Washington, prevederebbe il rilascio di 10 ostaggi israeliani ancora vivi e la consegna delle salme di altri 18 civili di Tel Aviv, in cambio di 125 detenuti palestinesi e 60 giorni di stop ai combattimenti. Una proposta accolta con freddezza da Israele, tanto che un funzionario dello Stato ebraico ha confermato al Times of Israel i dettagli della nuova proposta, ribadendo con forza che questa non conterrà alcun impegno a porre definitivamente fine alla guerra.

Guerra nella Striscia di Gaza, gli Usa annunciano una nuova proposta di pace. Ma Smotrich avvisa Netanyahu: “Se accetti, il governo cade”

Che la nuova bozza presentata da Witkoff stia creando malumori nell’amministrazione Netanyahu lo si capisce dalle parole del potente ministro delle Finanze e leader dell’estrema destra, Bezalel Smotrich, secondo cui sarebbe “pura follia” per Israele accettare un accordo parziale sugli ostaggi, e per questo avverte che “non tollererà una simile mossa”. A suo dire, infatti, l’operazione “Carri di Gedeone” sta mettendo in forte difficoltà Hamas, e non è pensabile “fermarla”, perché ciò permetterebbe al gruppo terroristico di riorganizzarsi.

Parole subito criticate dal leader dell’opposizione, Yair Lapid, che si è detto convinto che Netanyahu dovrebbe accettare “pubblicamente e immediatamente” la nuova proposta americana, denunciando “pressioni politiche dall’estrema destra israeliana” che minacciano di far cadere il governo in caso di accettazione dell’accordo. Eventualità che lo stesso Lapid ha provato a disinnescare offrendo al primo ministro israeliano “una rete di sicurezza completa per approvare l’accordo anche nel caso in cui la coalizione di estrema destra dovesse votare contro”.

Da Israele arriva la nuova provocazione: via libera ad altre 22 colonie

A complicare eventuali intese che possano porre fine al sanguinoso conflitto nella Striscia di Gaza ci ha pensato l’annuncio del ministero della Difesa israeliano, che ha confermato come il consiglio dei ministri, con una decisione definita “storica”, abbia approvato la costruzione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania.
Questi includeranno una serie di nuove comunità, insieme alla legalizzazione di diversi avamposti spontanei.

A commentare la decisione, esprimendo “pura gioia”, è stato ancora una volta il ministro Smotrich, secondo cui le nuove colonie “rafforzeranno la presa strategica su tutte le parti della Giudea e Samaria” – in Cisgiordania – e “impediranno la creazione di uno Stato palestinese”. Ben diversa la posizione di Hamas che, commentando la decisione che “rischia di far saltare i negoziati di pace”, ha spiegato come essa rappresenti “una palese sfida alla volontà internazionale e una grave violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite”, che vietano la costruzione di nuove colonie “illegali”.

Alta tensione tra Washington e Tel Aviv sul possibile attacco a Teheran

In attesa di capire come evolverà la situazione, nei territori palestinesi si continua a combattere e a morire. Soltanto nelle ultime 24 ore, a causa dei raid dell’esercito israeliano (Idf), hanno perso la vita almeno 49 civili palestinesi. Ma a preoccupare è soprattutto l’evidente carestia, fin qui sempre negata dal governo di Tel Aviv, che sta spingendo i civili affamati ad assaltare i centri per la distribuzione di cibo e acqua potabile.

Azioni dettate dalla disperazione che, secondo quanto denuncia il Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite, ieri hanno causato almeno due morti e decine di feriti. Come se non bastasse, ad aggiungere tensione su tensione, ci sono le continue indiscrezioni secondo cui Israele sarebbe ormai pronta ad attaccare le strutture del programma nucleare dell’Iran.

Che non si tratti di fantasie lo ha lasciato intendere il presidente americano Donald Trump, che ha rivelato ai giornalisti di aver “detto a Netanyahu di non attaccare l’Iran”, in quanto “sarebbe inappropriato farlo adesso, quando siamo vicinissimi a una soluzione” capace di impedire al regime di Teheran di dotarsi di una bomba atomica. Dichiarazioni che hanno fortemente infastidito l’amministrazione israeliana, che già nei giorni scorsi si era affrettata a dichiarare di essere “pronta a colpire Teheran in modo improvviso e anche in caso di accordo con gli Usa”.