Studenti in piazza per protestare contro il modello scuola. Cortei e occupazioni da Torino a Palermo. “Il ministro Bianchi continua a non ascoltarci”

Da Torino a Palermo gli studenti sono scesi di nuovo in piazza contro il modello di scuola. "Bianchi continua a non ascoltarci".

Da Torino a Palermo gli studenti sono scesi di nuovo in piazza contro il modello di scuola e l’Unione degli Studenti aprirà questa sera gli Stati Generali della scuola. Molti gli slogan contro il governo e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, scanditi dai manifestanti che hanno esibito cartelli come “il vostro modello di scuola ci uccide”, “la scuola dei padroni impiega gratuitamente studenti nelle aziende”, “l’alternanza è sfruttamento” e “Basta morire di scuola”.

Unione degli Studenti: “Il ministro Bianchi continua a non ascoltarci”

“Nonostante, dall’inizio dell’anno, migliaia di studenti siano scesi in piazza in tutta Italia, contro l’attuale modello di scuola – esordisce Bianca Chiesa dell’Unione degli Studenti – il ministro Bianchi continua a non ascoltarci, persistendo nel farci false promesse e non prendendo in considerazione la posizione degli studenti in merito alle problematiche vigenti nel sistema scolastico attuale, per questo abbiamo occupato decine di scuole in tutto il paese e oggi torniamo nelle piazze”.

“Non ci fermeremo finché non cambierà – continua Alessandro Finetto, del Laboratorio Studentesco – a Torino, a seguito delle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenucci e dei gravissimi atti di repressione subiti durante le mobilitazioni, abbiamo occupato sedici scuole, riunendoci in assemblea per ripensare una nuova idea di istruzione, che sappia educarci al pensiero critico e non alla riproduzione continua di nozioni. Questo venerdì siamo scesi in piazza e scenderemo questa sera a Roma per ribadire che non ci fermeremo finché non ci saranno date risposte”.

Proprio a Torino si sono registrati alcuni momenti di tensione, quando una parte dei manifestanti ha tentato di fare irruzione nella sede dell’Unione Industriali di via Fanti. Nei tafferugli un paio di uomini delle forze dell’ordine sono rimasti lievemente feriti. Anche a Bologna si sono registrati alcuni momenti di tensione tra i manifestanti e la polizia. Il gruppoI circa 400 manifestanti si è recato davanti all’ufficio scolastico regionale, dove alcuni giovani volevano entrare per chiedere un incontro. Gli agenti li hanno respinti e contro le forze dell’ordine è stata lanciata vernice colorata. Poi la protesta si è spostata verso piazza Verdi.

“Oggi abbiamo protestato anche a Napoli – dichiara Francesco Ferorelli, coordinatore dell’UdS Napoli – Pretendiamo una maggiore tutela della nostra salute all’interno delle scuole: in una situazione pandemica così delicata è necessaria, oltre alla sicurezza sanitaria, quella fisica, con maggiori investimenti sull’edilizia scolastica, e mentale, innanzitutto attraverso il rispetto delle nostre identità, con misure come le Carriere Alias. Pretendiamo l’abolizione dei PCTO (alternanza scuola-lavoro) e ribadiamo come il ruolo della scuola-azienda pesi anche sulla salute mentale degli studenti, già messa a dura prova in questi anni dalla Didattica a Distanza”.

“Dopo i cortei e le occupazioni di questi mesi, oggi ci troviamo a Roma per gli Stati Generali della scuola pubblica, dal 18 al 20 febbraio – conclude Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – E’ necessario ripensare strutturalmente e complessivamente l’intero mondo della scuola. Vogliamo che la politica ascolti la componente studentesca, in quanto categoria maggiormente colpita dalla pandemia e non solo; vogliamo risposte concrete, una volta per tutte. Gli Stati Generali saranno un momento storico per il nostro paese, in cui studenti e studentesse da tutta Italia si riuniranno a Roma assieme a realtà politiche e sociali, per ricostruire un nuovo immaginario di scuola. Non possiamo più aspettare, una riforma dell’istruzione pubblica del nostro paese non è solo possibile, ma necessaria”.

Manifestazione anche a Palermo, con gli studenti che lamentano come “di questa Scuola che uccide e non ci ascolta non ne possiamo più. Oggi in tutta Italia gli studenti si riprendono le strade per chiedere l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. Qui l’offerta lavorativa è la più scarsa e precaria di Italia e i percorsi di Pcto che ci vengono proposti sono di bassissima qualità, quasi mai utili alla nostra formazione”.

A Milano sono poco meno di mille gli studenti scesi in piazza per chiedere un “modello di scuola partecipato”, che ascolti gli studenti, contro l’alternanza scuola-lavoro, “che uccide”, e in memoria di due giovani morti in azienda durante tirocini. La protesta ha preso le mosse da piazza Fontana, per poi spostarsi in piazza Cordusio, fino a raggiungere Piazza Affari, sede della Borsa, dove alcuni gruppi di studenti hanno lanciato uova e vernice rossa contro l’esterno delle banche Unicredit e JP Morgan.