Tutte le strade portano a Renzi. Corriere, Stampa e Repubblica: il piatto è servito. E De Benedetti sulla scia di Verdelli entra in Rai

di Marco Castoro De Benedetti e Elkann si sono divisi pani e pesci. Prima li hanno moltiplicati, poi si sono stretti la mano. Il patto sull’informazione è bello che fatto nel nome del renzismo. Il partito Fiat può esultare. Ora, oltre a Corriere della Sera e Stampa, può contare su un altro colosso: Repubblica. L’arrivo di Mario Calabresi (uno dei direttori più stimati dal premier) alla guida del quotidiano romano non fa altro che rafforzare il potere di Renzi e di John Elkann. Non a caso la reazione di Eugenio Scalfari non si è fatta attendere. Il fondatore di Repubblica non ha mandato giù il rospo del cambio della guardia tra Ezio Mauro e Calabresi. La consegna del “suo” giornale al renzismo non riesce proprio a digerirla. Anche Vittorio Feltri si era espresso in maniera inequivocabile su Calabrese definito come “un galleggiatore, bravissimo nel prevedere tutto ciò che è prevedibile”. QUESTIONE DI FEELING Ma De Benedetti e Renzi filano, così come filano Elkann e Marchionne con il premier. Ed ecco che la bacchetta magica è stata agitata. Un, due e tre… abracadabra la magia è fatta: Corriere, Stampa e Repubblica allineati con la coalizione. Aldo Cazzullo alla direzione del quotidiano torinese sarebbe stato troppo, una formula matematica. Dà meno agli occhi Maurizio Molinari, perché se non altro non va in giro con lo scudetto di Renzi cucito sulla giacca. Preferisce di gran lunga quello della Roma di James Pallotta. Ma De Benedetti cedendo la linea editoriale di Repubblica che cosa ci guadagna? La ricompensa arriva dal renziano Campo Dall’Orto che dal cilindro magico tira fuori una bella sorpresa: la nomina di Carlo Verdelli a coordinatore dell’informazione Rai. Et voilà, le jeux son fait. Cedere un po’ di Repubblica pur di conquistare il potere in Rai è un gioco che può valere sicuramente la candela. Presto si aprirà un’altra grande partita, quella per la direzione del Sole. Ovviamente difficile prevedere chi salirà sul trono. Sicuramente bisognerà attendere l’esito del voto sul nuovo numero 1 di Confindustria. Solo dopo l’elezione del presidente si potrà pensare al direttore del Sole 24 Ore. Anche se c’è un potenziale candidato che si sta agitando molto. Ogni riferimento a Dario Di Vico non è puramente casuale. IL COLPACCIO DI MAURO Prima di lasciare Repubblica Ezio Mauro ha messo a segno un colpaccio. Ha sottratto al Messaggero il caporedattore centrale Stefano Cappellini. Per lui c’è la poltrona di capo della cronaca di Roma nell’anno del Giubileo e delle elezioni per il Campidoglio. VIRUS METTE ROCKY KO Rocky non è Rambo. Giovedì scorso Virus condotto da Nicola Porro ha vinto il match contro il film trasmesso da Rai3: 5,20% di share a 4,67%. Anche Formigli è riuscito a esultare sul ring: 4,86%. PIROSO E MEDIASET Il Biscione continua a mandare baci ad Antonello Piroso (gli ultimi complimenti sono arrivati da Confalonieri). Ma sto matrimonio s’ha da fare o no?