Il cinema italiano è una Grande Bellezza

Di Elena De Blasi

C’è solo un’industria che quest’anno ha sofferto meno la depressione dovuta alla crisi. Almeno stando ai riconoscimenti avuti. Il cinema italiano ha archiviato una stagione d’oro, coronata dal successo di Paolo Sorrentino nella notte degli Oscar. Ma non c’è stata solo La grande bellezza a salire sulla ribalta.

Il successo di Virzì
Paolo Virzì si è portato a Livorno il David di Donatello con il lungometraggio Il Capitale umano, un noir-thriller-drammatico che mette in evidenza splendore e miseria di una provincia del Nord Italia. Dai progetti di ascesa sociale di un agente immobiliare sfigato (interpretato da un grande Fabrizio Bentivoglio) al sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, per finire con il desiderio di un amore di una ragazza oppressa dal padre. E in più, a complicare le cose, un misterioso incidente in una notte gelida di dicembre. Solo nel 2014 il film di Virzì ha partecipato a 42 tra festival e concorsi, con 30 riconoscimenti e 40 nomination. Oltre al David, si è portato a casa anche il Nastro d’Argento come migliore sceneggiatura.

Sibilia, che sorpresa
Salernitano con in testa il sogno del cinema, il regista esordiente Sidney Sibilia alla sua opera prima, la commedia nera Smetto quando voglio ha ottenuto 12 nomination ai David di Donatello e conquistato 13 premi, tra i quali il Globo d’Oro per la Miglior Commedia e il Ciak d’Oro come rivelazione dell’anno. Sette brillanti cervelli, laureati nelle discipline più complesse ma ormai costretti a dover fare chi il benzinaio chi il lavapiatti per sopravvivere, hanno un’idea geniale ma ai limiti della legalità per sconfiggere la crisi. Discipline come macroeconomia e neurobiologia si riveleranno perfette per scalare la piramide della malavita. Immediatamente pioveranno sui protagonisti soldi, potere, donne e il successo che avrebbero meritato su tutt’altri fronti. Purtroppo non saranno in grado di gestire tutto questo. Lunedì il film sarà proiettato all’Arena dell’Isola del Cinema, sull’Isola Tiberina, presentato dallo stesso Sibilia.

Il riscatto del neomelodico
I fratelli Manetti aggiornano il genere del poliziesco all’italiana e ne compongono un film che riscatta il neomelodico, genere musicale molto amato a Napoli, dove la pellicola è interamente ambientata. Il film Song’e Napule infatti ha già conquistato 11 premi, tra i quali spiccano ben due Globi d’Oro per la miglior musica e tre Nastri d’Argento alla miglior canzone e alla miglior colonna sonora. Ancora. Tre David di Donatello alla miglior canzone originale e migliori musicisti Aldo de Scalzi e Pivio. La storia racconta del timido Paco Stillo (Alessandro Roja) diplomato al conservatorio, finito a fare il poliziotto più per raccomandazione che per voglia che si ritroverà a fare l’infiltrato in una missione anticamorristica, esperienza che ribalterà molti dei suoi pregiudizi e cambierà la vita di Paco. Nei panni del cantante neo melodico, Lollo Love idolo delle folle partenopee, Giampaolo Morelli che, oltre a cantare, è anche l’ideatore del film.