Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia, consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.
Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia, consigliere del ministro della Difesa Crosetto
“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di Paglia!”.
“Il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”
In sedia a rotelle per le ferite riportate in battaglia, capitano del gruppo sportivo paralimpico della Difesa, durante la trasmissione Paglia ha spiegato che “il pensiero Vannacci non il è pensiero della Difesa. Siamo lontano anni luce, non per niente è sospeso 11 mesi, perché i suoi discorsi sono stati divisivi per tutti. A noi – ha aggiunto – non interessa ciò che i nostri soldati fanno in camera da letto, o che colore di pelle hanno. Ciò che conta è servire il Paese nel miglior modo possibile, onorare il giuramento alla Repubblica”.
“Penso lui si sia proprio perso, e questo è triste”, ha affermato ancora il consigliere di Crosetto, parlando di Vannacci: “Sappiamo benissimo che non avrebbe raggiunto la terza stella, questo potrebbe essere uno dei motivi secondo la mia idea. Sono scelte personali che vanno rispettate, è come ci si arriva…”. “Ci sta, pure io ho fatto il politico – ha raccontato il tenente colonnello Paglia, che è stato anche deputato eletto con il Popolo della libertà -. Però, quando il presidente Fini mi chiese di intraprendere la campagna elettorale con loro, per prima cosa chiamai il mio capo di stato maggiore, il presidente del gruppo medaglie d’oro, poi lo dissi a mia moglie: sono un soldato, così ci si comporta”. Vannacci, ha aggiunto, è stato “sospeso perché ha scritto un libro e non era autorizzato, con argomenti divisivi, di tutto rispetto per le sue idee ma non per le nostre. In 31 anni non ho mai visto una sospensione del genere”.
“Non credo lui meriti di tornare a indossare l’uniforme”
Se Vannacci venisse eletto al Parlamento europeo, “per noi sarebbe una buona cosa – ha notato Paglia -. Non credo lui meriti di tornare a indossare l’uniforme. Ma lo ha detto anche Vannacci. Ora si sta facendo fare i conti per vedere se andare in pensione oppure no. Tutto legittimo, semplicemente noi che indossiamo uniforme dobbiamo prendere le distanze”.
Oltre al post con cui ha replicato, Vannacci ha ringraziato il tenente colonnello incursore Fabio Filomeni che su Facebook ha pubblicato una lettera aperta rivolta a Paglia. “Lei che si è vantato di sapere che il generale non avrebbe mai preso la ‘terza stella’ in carriera insinuando che il generale si sia buttato in politica per ripiego – ha scritto Filomeni -, ha dimenticato di dire perché lo Stato Maggiore non gliela avrebbe mai concessa. Vede caro Gianfranco, le verità parziali non sono mai verità. Al massimo sono mezze verità. E non fanno onore alla divisa come l’ha chiamata lei, e che io, invece, preferisco chiamare uniforme. Perché spero sempre che quel colore ‘verde marcio’ che abbiamo portato addosso per tanti anni ci unisca sempre e mai ci divida”.