#WorldPressFreedomDay. Anche i social festeggiano la giornata mondiale della libertà di stampa. E scoprono che di giornalisti liberi ce ne sono sempre meno

Seconda solo all’iconica pace nel mondo, la conquista civile più invocata dall’uomo è la libertà di stampa. Lo sapeva bene l’Assemblea generale dell’ ONU, che nel 1993 ha proclamato ed inaugurato il World Press Freedom Day. Oggi, 3 maggio 2016, ricorre quel fatidico giorno dell’anno in cui ci si impegna a festeggiare la libertà di stampa ed il diritto d’informazione nelle sue più svariate e complesse sfumature. Più che una celebrazione fine a se stessa, questa nasce come un’occasione per fare ogni anno il punto della situazione globale sullo stato di salute della libertà di espressione e per rendere un dovuto omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio del loro lavoro.

“In memoria dei giornalisti uccisi e a sostegno di quelli minacciati”, sottolinea un @Fabricondo sensibile alla causa e vicino a chi ormai non può più parlare per difenderla.

“… responsabili solo di fare il proprio lavoro con professionalità: i giornalisti”, aggiunge @TomTommygv.

“Nonostante tutto quello che ci succede attorno, oggi è il #WorldPressFreedomDay. Crediamoci e difendiamola scrive con  fiducia ed ottimismo un @ROBZIK da prendere ad esempio.

Più macina chilometri il progresso tecnologico, più le professioni incentrate sulla comunicazione devono cercare di tenere il passo e adeguarsi ad un’evoluzione necessaria. Ieri la carta stampata era la regina indiscussa del mondo dell’informazione, oggi ha dovuto rinunciare alla corona in favore di un clima di collaborazione con internet e le sue innovative (spesso bizzarre) forme di divulgazione.

Tanto è stato fatto, ma tantissimo ancora c’è da fare sul fronte della lotta alla censura e al bavaglio.

“Oggi è il #WorldPressFreedomDay e in Egitto arrestano due giornalisti”, denuncia con amara ironia un @intelligonews parecchio sul pezzo.

La #libertadistampa nel mondo oggi. #Italia fanalino di coda in #Europa  #WorldPressFreedomDay #NoBavaglio” registra con piglio analitico @carolinatocci.

#WorldPressFreedomDay #libertadistampa Italia:77imo posto. 50 giornalisti sotto scorta” fa notare @bacannata, gettando le basi di una discussione complessa che andrebbe poi affrontata con serietà.

Lo spettro della diffamazione è sempre dietro l’angolo. E’ vero. Ma la recente crescita esponenziale del numero di cause e risarcimenti di danni non aiuta granché in tema di tutela della libertà di stampa. Una strada utile da battere sarebbe quella invocata più volte e su più fronti: un allineamento di principi e soluzioni da parte delle legislazioni nazionali in materia di libertà dei media e diritto all’informazione. Dinanzi a problemi comuni, una gamma di soluzioni comuni regalerebbe rassicurazione ed efficacia.

“Non tutti possono dirsi fortunati! La libertà di stampa è un privilegio da non sottovalutare”. ricorda con saggezza @BeingAndrea.