Zelensky a Roma in cerca di rinforzi

Oggi la visita farsa di Zelensky a Roma. Prima dal Papa a promettere pace, e poi dalla Meloni a chiedere nuove armi.

Zelensky a Roma in cerca di rinforzi

Prima l’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella, poi quello in Vaticano con Papa Francesco e, in ultimo, il summit a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni. Volendo essere maliziosi si potrebbe pensare che il viaggio di Volodymyr Zelensky a Roma segua il vecchio adagio ‘prima il dovere, poi il piacere’ dove il ‘dovere’ consiste nel parlare con chi chiede la pace mentre il ‘piacere’ è discutere di nuove forniture di armi.

Oggi la visita farsa di Zelensky a Roma. Prima dal Papa a promettere pace, e poi dalla Meloni a chiedere nuove armi

A lasciarlo pensare è proprio la scaletta degli appuntamenti che sembra seguire un preciso schema che sembra volto, legittimamente secondo il punto di vista del leader di Kiev, a concludersi con la solita richiesta all’Italia e all’Europa di proseguire nel loro supporto militare all’Ucraina. Questo round di incontri, il quale nel pomeriggio proseguirà con la visita di Zelensky in Germania per incontrare Olaf Scholz, prenderà il via al Quirinale dove il leader ucraino verrà ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il presidente ucraino incontrerà anche Mattarella al Quirinale

Si tratta di un incontro fondamentale perché il Colle non ha mai fatto venir meno il suo supporto all’Ucraina ma ha anche fatto infiniti appelli al fatto che bisogna provare a percorrere parallelamente anche una via diplomatica al conflitto. Dopo la visita al Colle, si passerà a quella presso la Santa Sede su cui, com’è chiaro a tutti, si concentrerà l’attenzione di tutti. Già perché l’incontro tra Zelensky e il Santo Padre, il quale da tempo spinge per la pace e si propone come possibile mediatore per porre fine una volta per tutte a questo conflitto, potrebbe essere uno snodo fondamentale in questo conflitto.

Del resto il pontefice è l’unico leader mondiale che ha sempre detto che non si può ambire alla pace usando le armi e questa è l’esatta nemesi dei governi di tutto l’occidente e dello stesso leader ucraino che sembrano ormai ostaggi di una visione bellicista. Certo è innegabile che la guerra ci sia ma è altrettanto vero che se non si cerca il dialogo, allora questa non avrà mai fine.

E davanti a vedute tanto distanti c’è già chi ipotizza che l’incontro rischia di trasformarsi nel tentativo di Kiev di far passare, almeno a livello mediatico, il messaggio che il Vaticano è pronto a ‘benedire’ la controffensiva ucraina. Ma sarebbe una forzatura evidente perché è chiaro che Papa Francesco sostiene il popolo ucraino, oggetto di una scellerata invasione, ma non può – e non vuole – che si continui a combattere causando ulteriori massacri.

L’ultima tappa del viaggio romano di Zelensky lo vedrà impegnato in un incontro con Giorgia Meloni a cui chiederà ulteriori armi. E c’è da scommettere che riceverà la promessa e l’impegno delle destre di governo, ormai schierate in prima linea nel supportare l’Ucraina, a fornirgliele. Eppure questo summit a Palazzo Chigi rischia di non andare liscio come l’olio.

Ad accoglierlo a Palazzo Chigi non ci sarà Salvini

Già perché a far discutere sono state le parole di Matteo Salvini che ieri ha sorpreso tutti annunciando che non prenderà parte al meeting: “Non ci sarò, perché non sono né Premier né il ministro degli Esteri. Come ministro delle Infrastrutture sono disponibile, ci sono aziende italiane che non vedono l’ora di poter dare il loro contributo. Ma io mi occupo di lavori pubblici. Quello che spero è che con la Premier, con Mattarella e con il Santo Padre si parli di pace, perché oltre alla ovvia tutela del popolo ucraino mi auguro ci sia una via d’uscita”.

Poi ha concluso di sperare “che la visita in Italia di Zelensky sia utile. Noi stiamo fornendo tutte le tutele e gli aiuti necessari, io come Ministro delle infrastrutture sono già in contatto per la ricostruzione e spero solo che questa maledetta guerra finisca”.