I signori delle autostrade aumentano le tariffe ma investono pochi spiccioli. In 20 anni ricavi raddoppiati. Schiaffo di Bankitalia ai soliti concessionari

 

Ora anche Bankitalia va all’attacco dello strapotere dei concessionari autostradali. E l’attacco è di quelli diretti che puntano a lasciare il segno: “I ricavi da pedaggi per le concessionarie italiane sono i più alti dopo la Francia”, ha sottolineato il capo del Servizio di struttura economica della Banca d`Italia, Paolo Sestito, in un’audizione in commissione Ambiente della Camera, “e negli ultimi venti anni sono più che raddoppiati passando da 2,5 miliardi di euro nel 1993 a oltre 6,5 miliardi nel 2012. Una relazione durissima che mette in evidenza i ricavi sfrenati dei padroni delle strade a pagamento in Italia: “Se si rapportano i ricavi totali da pedaggi ai chilometri di autostrada sui quali i primi vengono incassati, Francia e Italia – con oltre 800 mila euro per chilometro di autostrada – sono i paesi coi valori più elevati. I ricavi per km dipendono, peraltro, tanto dal livello delle tariffe unitarie”. Ma alle tariffe che vengono inasprite di anno in anno non seguono affatto nuovi investimenti.

CONCESSIONI ETERNE
Il rappresentante di Bankitalia sottolinea che la concessione di Autostrade per l’Italia scade nel 2038, alla Sav sono stati concessi altri 27 anni nel 2002, proroghe lunghe anche alla Sitaf (23 anni: una prima proroga, fino al 2027, nel 2002; una seconda, fino al 2050, nel 2003), alla Torino-Savona (12) e alla Salt (17), entrambe nel 1999. Tutti rinnovi senza passaggio per una gara pubblica “e quindi senza quelle garanzie – di identificazione del miglior offerente (in termini tanto di canone concessorio, quanto di qualità del servizio) – insite nella gara. Secondo quanto emerge dalla relazione della Banca d’Italia, illustrata da Paolo Sestito, accorpando le concessioni in base al soggetto giuridico che esercita il controllo sul concessionario, sono due i grandi gruppi a godere della torta: il Gruppo Atlantia, che include Autostrade per l`Italia e controlla quasi 3mila chilometri in concessione, e il Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 km. I restanti 1.600 km sono gestiti da società controllate da enti pubblici locali e da alcuni concessionari minori.