Il ministro Lorenzin scopre i topi di Roma soltanto ora. Dopo che è stato morso il nipote del suo segretario

Beatrice Lorenzin denuncia l’aggressione di un bambino da parte di un topo all’interno di un parco giochi pubblico. Ma è il nipote del suo segretario

Le condizioni igieniche e sanitarie della Capitale sono ampiamente deludenti da tempo. Già con l’avvicinarsi della chiusura per la gigantesca discarica di Malagrotta il livello della raccolta dei rifiuti era sceso sensibilmente. Poi si sono trovate soluzioni ponte costose e non risolutive, tanto che l’ex monopolista di fatto del trattamento della spazzatura, l’avvocato Manlio Cerroni,  è sempre seduto sulla riva del fiume, aspettando che si realizzi l’ultimo sogno della sua intensa vita: sentirsi chiedere in ginocchio dalla politica romana di non far annegare la città sotto una montagna di sporcizia. Sogno che difficilmente si potrà realizzare fin quando a comandare in Campidoglio saranno i Cinque Stelle. In questa situazione, diventata persino più precaria nelle ultime settimane a causa di alcuni problemi ai piccoli impianti di trattamento dei rifiuti di proprietà pubblica, Il Messaggero pubblica una lettera “pesante” del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che denuncia l’aggressione di un bambino da parte di un topo all’interno del parco giochi pubblico di villa Gordiani, al Prenestino.

Problema antico – Il piccolo, che il ministro fa sapere si chiama Marco, tre anni e mezzo, è stato morso tra caviglia e polpaccio. Portato al pronto soccorso pediatrico dell’Umberto I ha dovuto subire un trattamento medico complesso, perché i topi trasmettono facilmente molte patologie pericolose. Di qui un richiamo esplicito alla sindaca Virginia Raggi, alla quale viene riconosciuto che in pochi mesi non si poteva aggiustare tutti i guai della città, dal bilancio ai trasporti, qui si è aggravata pure la condizione della pulizia e il decoro, che la ministra stessa ricorda di aver segnalato due anni fa all’allora commissario Tronca. Già all’epoca la Lorenzin aveva evidenziato la necessità di affrontare i problemi della derattizzazione, dai gabbiani, dalla zanzara tigre, fino alla presenza perenne di pidocchi e blatte. Problemi che li stavano e li stanno. Che cosa è cambiato da indurre allora il ministro a scrivere una lettera aperta al Campidoglio? L’episodio può essere casuale, ma il bambino che ha suscitato questa presa di posizione – il piccolo Marco – è casualmente il nipote di un componente della sua segreteria al ministero. Si può dire che i topi non avevano mai osato arrivare a tanto. Così come non si è fatta mettere in croce la Raggi, che ha replicato alla lettera della Lorenzin chiedendo i soldi per pulire la città. Quattrini che solo il bersaglio sbagliato di un topo affamato forse riuscirà a sbloccare.