Sempre in conflitto d’interessi. Milano può perdere l’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco. Imbarazza il delegato italiano assunto dai privati

Di giorno stai seduto al tavolo di chi detta le regole e la notte lavori per qualcuno dei soggetti che a quelle regole devono sottostare. In Italia questi casi di conflitto d’interesse non sono rari e dopo qualche iniziale imbarazzo vengono spesso dimenticati. Se però riproduciamo lo stesso comportamento in Europa le cose cambiano, e la disinvoltura con cui ci muoviamo a casa nostra può presentare un conto altissimo. Quello che il nostro Paese potrebbe pagare perdendo una grandissima opportunità occupazionale: il trasferimento a Milano dell’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco. A mettere in crisi una candidatura che sembrava ben avviata dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, e dunque il trasloco obbligato da Londra, è un signore di cui i lettori de La Notizia hanno seguito diverse vicende all’interno dell’Aifa, la nostra Agenzia nazionale  del farmaco, il professore Luca Pani. Nonostante proprio Aifa gli abbia chiesto di restituire parte dei giganteschi compensi percepiti nel periodo in cui ne è stato direttore generale, eccedendo il tetto dei 240mila euro stabilito per le pubbliche amministrazioni, il nostro Governo su indicazione della stessa Autorità sui farmaci (sottoposta al controllo dei ministeri della Salute e dell’Economia) lo ha nominato rappresentante italiano nel Chmp dell’Ema, il comitato che ha l’ultima parola nell’autorizzare l’immissione in commercio dei medicinali sul territorio europeo. Un ruolo dal quale Pani si è dimesso nei giorni scorsi per tenersi unicamente l’incarico di “executive director of global medical innovation” della Neurocog, un’azienda privata che si occupa proprio di servizi e consulenze per lo sviluppo di medicinali da parte di Big Pharma. Un bel salto, a quanto pare accelerato dal fatto che la stessa Ema stava per rilevare il conflitto d’interessi in atto tra pubblico e privato. Conflitto a detta di Pani inesistente, perchè nella sua dichiarazione su eventuali conflitti di interessi aveva scritto che Neurocog non è un’azienda farmaceutica. Poi lo stesso Pani aveva preso tempo chiedendo all’Ema un parere, e il 20 settembre, anticipando un responso scontato, ha dato le dimissioni.

Posti di lavoro a rischio – Certo, in quanto fatto da Pani non si ravvisa alcun reato, perché non esistono leggi europee che vietano il passaggio o la coabitazione tra incarichi pubblici e privati, ma un tale tipo di comportamenti più che dai codici in Europa è censurato culturalmente. da qui le ricadute proprio memntre si sta decidendo se assegnare la nuova sede dell’Ema all’Italia o ad altri Paesi che ne hanno fatto richiesta. Una scelta importantissima, sulla quale è in corsa Milano, perchè l’Agenzia porterebbe centinaia di nuovi posti di lavoro. Siamo di fronte dunque a un fatto gravissimo, almeno secondo quanto evidenziato dalla parlamentare Cinquestelle Giulia Grillo, che il 29 settembre scorso ha presentato un’interpellanza chiedendo al ministro Beatrice Lorenzin se era a conoscenza di quanto accadeva.