Mattarella chiede di non darla vinta alla mafia e al 33esimo anniversario della strage di Capaci invita a non dimenticare quella che è una “profonda ferita della storia repubblicana”

Mattarella chiede di non darla vinta alla mafia e al 33esimo anniversario della strage di Capaci invita a non dimenticare

Mattarella chiede di non darla vinta alla mafia e al 33esimo anniversario della strage di Capaci invita a non dimenticare quella che è una “profonda ferita della storia repubblicana”

“L’attacco feroce e sanguinario che la mafia compì trentatré anni or sono a Capaci, e che ripeté poche settimane più tardi in via D’Amelio a Palermo, costituisce una ferita tra le più profonde della nostra storia repubblicana. Il primo pensiero, commosso oggi come allora, va a chi perse la vita: Giovanni Falcone insieme a Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. A loro è unito indissolubilmente il ricordo di Paolo Borsellino, di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Servitori dello Stato, che la mafia uccise con eclatante violenza per piegare la comunità civile”. Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci e della Giornata della Legalità.

Mattarella chiede di non darla vinta alla mafia e al 33esimo anniversario della strage di Capaci invita a non dimenticare quella che è una “profonda ferita della storia repubblicana”

“Quelle tragedie – ricorda il capo dello Stato – generarono una riscossa della società e delle istituzioni. L’azione stragista svelò la minaccia alla libertà di ogni cittadino. Il contrasto alla mafia si intensificò fino a scardinare le posizioni di comando dell’organizzazione criminale. ‘La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine’: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello”.

Il Capo dello Stato ha poi ricordato che “la mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza”. Poi, concludendo, ha spiegato: “Nella memoria viva di Falcone e Borsellino il 23 maggio è diventata la Giornata della legalità, perché occorre tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali”.