Le Lettere

La lezione di Saddam

Non vedo differenze fra Trump e i suoi predecessori. Mirano tutti a schiavizzare il mondo. L’attacco israelo-americano all’Iran fa parte di questa strategia.
Luigi Morra
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Gentile lettore, se tutto va secondo quanto prevedibile, solo tre Paesi antagonisti hanno delle chance di salvarsi (e non è detto): Russia, Cina e Nord Corea. Altri, come Iran, Yemen e Venezuela, sono candidati a essere ancor più devastati di oggi. Cuba rimarrà in coma vegetativo com’è dal 1953, strozzata dalle sanzioni economiche. Tutti i rimanenti “cattivi” sono già ridotti a zombie: Iraq, Libia, Siria, Afghanistan. Invece Russia, Cina e Nord Corea non potranno essere piegati con la forza perché hanno l’atomica e gli strumenti per usarla. In un’intervista dell’anno scorso (19 giugno 2024) Ted Postol, il maggiore esperto americano di missilistica, diceva: “In reali condizioni di guerra, se la Russia lanciasse un first stike atomico sugli Usa, i nostri satelliti vedrebbero l’attacco, ma non potremmo fermarlo. Non riusciremmo a intercettare neppure un missile, credo. Idem a parti invertite, se attaccassimo Mosca”. Tutti lo sanno. La sopravvivenza non è nell’usare l’atomica, ma nel possederla: si chiama deterrenza. Se l’Iran avesse avuto la bomba, non sarebbe stato attaccato da Israele e Usa. È la “lezione di Saddam Hussein” che lo stesso Saddam non apprese. “Se avesse avuto l’atomica, sarebbe vivo” disse Kim Jong-un anni fa. Saddam è morto, e anche Gheddafi e bin Laden sono morti: non avevano l’arma atomica. Se l’Iran soccomberà, sarà per una fatwa di Khamenei che definisce il possesso dell’atomica un delitto contro l’umanità.