L’America ridurrà il livello di protezione militare dei Paesi baltici, perché “Washington ha altre priorità”. Cosa vuol dire in concreto?
Livia Protani
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Gentile lettrice, sul piano pratico vuol dire che gli Usa ritireranno soldati e mezzi (navi, aerei, ecc.) oggi dislocati a difesa dell’area baltica. Il ripiegamento colpisce anche la Finlandia, che si pentirà di aver aderito alla Nato abbandonando quello status di Paese neutrale che per decenni le ha garantito la pace. Su un piano più generale, è una débacle per i fanatici antirussi. Trump si sgancia e lascia che l’Europa si cavi da sola le castagne dal fuoco. Questo getta una luce nitida anche sul grande imbroglio dell’art. 5 della Nato. Non è vero che esso preveda l’entrata in guerra ipso facto degli alleati se uno di loro fosse aggredito. Ne ho scritto altre volte: è una leggenda, un bluff. Si figuri se l’America si ficcherebbe in una potenziale guerra atomica per difendere la Lituania o la Polonia. A proposito, conosce il presidente lituano, Gitanas Nausèda? È quello che l’anno scorso disse: “La Cina alza troppo la cresta. Dobbiamo darle una bella lezione”. Se fosse un film, sarebbe intitolato “Là dove osano le pulci”, ma è realtà. Consideri che la Lituania ha meno abitanti del quartiere Appio a Roma. Ebbene, le rivelo in esclusiva mondiale che dopo l’annuncio del Pentagono Nausèda è stato ricoverato in stato confusionale. Delirava con frasi sconnesse: “La Russia in ginocchio… Pechino in fiamme… Abbatteremo le statue di Lenin e di Mao”. È stato sedato e posto in terapia intensiva con prognosi riservata. I famigliari pregano al suo capezzale.