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Ambiente sotto attacco: in Italia ben 6.979 reati accertati dal 2015 a oggi

Ambiente sotto attacco: in Italia ben 6.979 reati accertati dal 2015 a oggi. L'allarme lanciato da Legambiente

Pubblicato il 12 Maggio 202512 Maggio 2025 - Aggiornato il 12 Maggio 2025 alle 11:05 di Franco Pigna
Ambiente sotto attacco: in Italia ben 6.979 reati accertati dal 2015 a oggi

Dal 2015 a oggi in Italia sono stati accertati 6.979 reati contro l’Ambiente, a testimonianza di un fenomeno che resta diffuso e radicato nel territorio nazionale, nonostante gli strumenti normativi introdotti dieci anni fa con la legge 68/2015. A scattare la fotografia è il dossier congiunto di Legambiente e Libera in vista della conferenza nazionale ControEcomafie, in programma a Roma il 16 e 17 maggio.

La legge 68 ha rappresentato una svolta storica per il nostro Paese, introducendo per la prima volta nel Codice penale i delitti ambientali e riformando in modo significativo il sistema sanzionatorio del Testo unico ambientale. In quasi un decennio, sono stati effettuati 21.169 controlli, con una media di un illecito penale ogni tre verifiche. Le persone denunciate sono 12.510, gli arresti 556, mentre il valore complessivo dei sequestri supera 1,1 miliardi di euro.

Inquinamento dell’Ambiente: il reato più diffuso

Il delitto ambientale più frequentemente contestato è quello di inquinamento ambientale, che prima della legge del 2015 non era nemmeno previsto dall’ordinamento italiano. Da giugno 2015 a dicembre 2024 si contano 1.426 reati su 5.506 controlli, con 2.768 persone denunciate, 136 ordinanze di custodia cautelare e 626 sequestri per un valore di oltre 380 milioni di euro.

Segue, per numero di reati, quello di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti: 964 episodi accertati, 2.711 denunce, 305 arresti e 475 sequestri, per un valore di oltre 168 milioni. Terzo reato per frequenza è il disastro ambientale, contestato 228 volte, con 737 persone denunciate e 100 arresti, a cui si aggiungono 180 sequestri del valore complessivo di oltre 85 milioni di euro.

Altri reati previsti dalla normativa includono delitti colposi contro l’ambiente (107 casi), impedimento al controllo (94), omessa bonifica (42) e anche 19 episodi in cui sono state accertate morti o lesioni gravi legate a casi di inquinamento ambientale.

Le regioni più colpite: Campania in testa, allarme in Sardegna e Puglia

A livello territoriale, la distribuzione degli illeciti mostra una forte incidenza nelle regioni a storica presenza mafiosa. Il 40,5% dei reati si concentra in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria.

La Campania è al primo posto con 1.440 reati, 4.178 controlli e 382 sequestri per un valore superiore ai 209 milioni di euro. La Sardegna, al secondo posto con 726 reati, registra il più alto numero di persone denunciate (1.627), confermando un trend in crescita già evidenziato dal rapporto Ecomafia 2024. Al terzo posto la Puglia, con 540 reati, è la prima per numero di arresti (100).

Completano la top five la Lombardia (498 reati) e la Sicilia (482), quest’ultima prima per valore economico dei sequestri (432,1 milioni) e seconda per denunce. A sorpresa, al sesto posto figura il Trentino-Alto Adige, con 374 reati concentrati soprattutto sull’applicazione della Parte Sesta-bis del Testo unico ambientale e su casi di traffico illecito di rifiuti.

di Franco Pigna

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