di Gaetano Pedullà

Sugli altri fronti, Grillo ha tenuto il punto e uniti i suoi. Persino Monti ha dimostrato che nel suo schieramento per ora non se ne vedono di franchi tiratori. Chi gongola è invece Berlusconi. A inizio anno sembrava cotto e mangiato, peggio di un piatto freddo cucinato da una Parodi qualunque. Oggi guarda incredulo il caos a sinistra e tra i centristi. E se si torna al voto ha solo un’incognita davanti: Matteo Renzi. Il rottamatore, ieri tutt’altro che sorpreso dal gran numero di franchi tiratori nelle fila del Pd, ha rischiato grosso. Con Prodi al Colle chissà quando le avrebbe viste le elezioni. Oggi intanto si ricomincia. Tutto può accadere. Anche di vedere gli ortodossi Bersaniani che vanno da Vendola (e non il contrario) e con i grillini eleggono Rodotà. Ormai sul Quirinale è una roulette. Il bene dei partiti viene prima del bene del Paese. Proprio adesso che servirebbero compattezza e un governo non forte, ma fortissimo, per fare le grandi riforme necessarie. Purtroppo dalle urne a febbraio scorso sono usciti numeri impossibili. Solo i politici più attaccati alla poltrona continuano a negarlo. Quindi, comunque vada, dovremo tornare presto a votare. Due mesi li abbiamo già buttati.