In un modo o nell’altro, inevitabilmente, il discorso ai bar, per strada, al supermercato o nelle abitazioni private scivola su Giulia Tramontano, figlia di Sant’Antimo che al Nord ha incontrato non la sua felicità – nonostante si fosse inserita in ambito lavorativo – ma un destino crudele che l’ha portata alla morte a soli 29 anni.
La comunità di questa città a Nord di Napoli è scossa dalla fine orrenda della donna incinta da 7 mesi, uccisa a Senago, nel milanese, dal suo compagno e convivente Alessandro Impagnatiello, ora in carcere a San Vittore. Sara Puca gestisce a Sant’Antimo il bar Primus, diventato famoso lo scorso febbraio per la vittoria del 6 al SuperEnalotto con due biglietti da 4 milioni di euro.
Assicura di non aver “mai conosciuto Giulia, anche perché a quanto pare frequentasse poco Sant’Antimo. Sua mamma invece, (Loredana ndr.) qualche volta è venuta a prendere il caffè qui con altri colleghi. Mi è sempre apparsa una persona cordiale”. Al Primus, il femminicidio di Giulia Tramontano ha spesso monopolizzato gli argomenti di conversazione nell’ultima settimana.
A Sant’Antimo una fiaccolata in ricordo di Giulia Tramontano
“Tutti noi siamo sconvolti, qui al bar, ma non solo. Non si è parlato praticamente d’altro – aggiunge Serena Puca – Io penso ogni giorno a quello che è successo”. Questa sera è prevista a Sant’Antimo una fiaccolata, organizzata e promossa dall’amministrazione comunale.
Lo slogan è #losapevamotutte, hashtag utilizzato anche la scorsa settimana nel corso di un’iniziativa pubblica a Napoli a cui vanno aggiunte quelle di ieri a Roma, il flash mob a Senago e in altre zone d’Italia di alcuni giorni fa, oltre a quello di ieri in piazza del Plebiscito, promossa dalla Consulta regionale della Campania dal titolo: “Per Giulia e per tutte le donne violate e uccise”.
Le testimonianze e i ricordi di chi ha conosciuto Giulia
Tanti i cartelloni esposti attorno a un grosso striscione rosso srotolato in piazza. Tra i presenti anche anche Francesca Iavarone, che è stata in classe per 5 anni con Giulia al liceo scientifico Jommelli di Aversa: “Era una persona solare e divertente, scherzosa. Abbiamo passato anni insieme bellissimi e spensierati. Dopo la scuola – afferma Francesca che lavora con l’ordine degli psicologi – ci siamo perse di vista e non ero a conoscenza dei problemi che aveva con il compagno”.
“Quanto successo a Giulia – prosegue – deve farci pensare e fare alzare le voci di noi donne. Non è possibile non avere una propria libertà di scelta. Giulia è sempre stata risoluta nel volersi costruire un futuro, ma la sua scelta è stata completamente violata”. La fiaccolata di questa sera nella città di origine di Giulia partirà alle 19 dall’altezza della villa comunale di via Roma a Sant’Antimo e si concluderà con un momento di preghiera in piazza della Repubblica.
A parteciparvi autorità religiose, civili e politiche come il vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinillo, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, oltre a sindaci, consiglieri regionali e parlamentari della Campania. Saranno accese delle candele e sono già pronte le magliette di colore bianco con il volto di Giulia Tramontano.
Massimo Buonanno, nell’annunciare l’evento si rivolge ai suoi concittadini chiedendo di “partecipare e di portare il nostro messaggio di vicinanza alla famiglia di Giulia in questo momento così straziante e vi chiedo di farlo con la sensibilità e la delicatezza che da sempre ci contraddistingue”. Tra le richieste, quella di raggiungere il luogo della fiaccolata a piedi e di non creare ingorghi sia nella distribuzione delle candele, che nel corso della marcia.
“Io ho conosciuto Giulia a un campo estivo tanti anni fa. Lei avrà avuto 13 o 14 anni, io ne avevo 18. Me la ricordo come una ragazza solare”, la testimonianza di Anna, anche lei impegnata in passato in progetti contro la violenza di genere sul territorio napoletano e a Sant’Antimo. “Per me si tratta di duplice omicidio – dice ancora Anna – perché è morto pure il bambino di 7 mesi. A volte i bambini a 7 mesi addirittura nascono”.
“La morte di Giulia è un femminicidio”
“Confermo, siamo sotto shock, sperando che la fiaccolata non si trasformi in passerella” è la riflessione di Giovanni, giovane anche lui di Sant’Antimo. Tema centrale, ancora una volta, è quello del femminicidio. La dottoressa Rosa Di Matteo, attuale presidente di Arcidonna Napoli, è netta: “Il termine non va derubricato. La morte di Giulia è un femminicidio, punto. Dopo anni di conquiste, viviamo ancora in una società del privilegio maschile, è evidente”.
La dottoressa Di Matteo parla anche di “banalità del male. Giulia si stava sottraendo al potere del suo compagno, che aveva due relazioni con due gravidanze. Anche l’altra ha rischiato. Quell’uomo si è attaccato al potere genetliaco”.
Sull’aspetto connessa alla gravidanza, la presidente di Arcidonna Napoli ricorda alcuni dati: “L’Organizzazione mondiale della sanità ci ricorda che una violenza su 4 è ai danni di donne incinta. Ciò vuol dire che nel mondo ogni ora muore una donna che aspetta un bambino. La foto di Giulia al mare che tocca il suo grembo è l’emblema della maternità”.
In Italia, in generale, il numero di femminicidi in Italia fa paura: dal 1 gennaio 2023 ad oggi sono 47 i casi, compreso quello di Giulia. “Non dobbiamo arrenderci all’assuefazione, al fatto che queste cose possano accedere. Giulia, che non voleva più sottostare alla sua infelicità, ha detto a tutti di svegliarsi, di non abituarsi. Qualcuno ha detto che all’ultimo appuntamento la donna non deve andare. Ma io non sono d’accordo, così è come riconoscere una correità della donna,” conclude la dottoressa Rosa Di Matteo riferendosi anche alla percentuale “del 70% di donne che vivono in condizioni di precarietà economica e che molte denunce vanno archiviate. In questo modo non saranno mai libere”.