I sindaci pregano Mattarella: “Fermi l’Autonomia differenziata”

“Riteniamo che l’autonomia differenziata possa determinare profonde spaccature in un Paese già diviso da troppo tempo".

I sindaci pregano Mattarella: “Fermi l’Autonomia differenziata”

Cresce di ora in ora e di giorno in giorno – ad oggi sono più di cento – il numero dei sindaci del Sud – di sinistra, di destra, dei 5 Stelle e civici – che in queste ore stanno scrivendo al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per chiedere di fermare l’Autonomia differenziata.

A comunicarlo sui social è il movimento “Recovery Sud”. La rete di sindaci si dice contraria alla bozza di riforma presentata dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, alla Presidenza del Consiglio, peraltro senza prima prevedere un passaggio nella conferenza Stato-Regioni.

“Riteniamo che l’autonomia differenziata possa determinare profonde spaccature in un Paese già diviso da troppo tempo”

“Riteniamo che l’autonomia differenziata possa determinare profonde spaccature in un Paese già diviso da troppo tempo, siamo pronti ad autodenunciarci – si legge nel comunicato dei primi cittadini – affermando che sì, l’autonomia differenziata rischia di spaccare l’Italia e noi siamo molto preoccupati”.

E ancora: “Chiediamo che il ministro dimostri con i fatti la sua volontà di non creare ulteriori fratture ritirando la bozza e aprendosi a un confronto serio con i Comuni per la realizzazione condivisa di riforme che possano portare a una crescita armonica di tutto il Paese, attuando il dettato costituzionale a cominciare dal principio di coesione nazionale”.

Interviene anche Matteo Ricci: “Un Calderoli infastidito e una maggioranza rigida trasformano l’Autonomia in ciò che temevamo: un’altra inutile divisione. Questa riforma spezza l’Italia, dimentica i Comuni e rafforza ulteriormente il centralismo regionale. Fermiamola subito”, dice il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Pd.

Il presidente della Calabria, il forzista Roberto Occhiuto è il portavoce delle tante riserve sulla riforma del Carroccio che arrivano anche dal centrodestra. Le sue parole sono chiarissime: “Il Sud non si farà fregare”, ha promesso in un’intervista alla Stampa. “Sì all’autonomia differenziata – sottolinea Occhiuto – ma a patto che siano garantiti anche gli obblighi previsti dalla Costituzione. Quindi si deve fare insieme ai Lep e alla perequazione”.

Quindi punta i piedi su un passaggio decisivo, lanciando una sorta di ultimatum al ministro e all’esecutivo: “Se alla fine dell’approfondimento che farà la Cabina di Regia si dovesse confermare la spesa storica, per quel che mi riguarda – ammonisce il governatore azzurro – sarebbe un risultato inaccettabile”.

A nutrire dubbi sulla riforma del Carroccio sono anche i suoi alleati

A nutrire dubbi sulla riforma del Carroccio sono dunque anche i suoi alleati. Da tempo Fratelli d’Italia insiste sull’esigenza di portare avanti “di pari passo”, il nodo dell’autonomia con quello del presidenzialismo. Un atteggiamento dietro il quale la Lega intravede la volontà di frenare. Tanto che Calderoli ha precisato che mentre la riforma presidenziale modifica la Costituzione e dunque richiede più passaggi parlamentari quella dell’Autonomia è tutt’altra storia e dunque legarle non ha senso.

La premier e leader di FdI in realtà teme che il governo e soprattutto il suo partito possano perdere consensi al Sud dove ormai spopola il M5S contrario al ddl leghista. Idem Forza Italia che se è riuscita a reggere l’urto delle elezioni del 25 settembre è stato soprattutto per i favori che ancora ha incontrato nel Mezzogiorno. Le opposizioni, in modo compatto, annunciano le barricate.

Il dem Francesco Boccia attacca il ministro leghista sia nel merito delle sue proposte, sia il metodo scelto per discuterle. “Calderoli ci dica quali risorse ci sono per il Mezzogiorno”. Insomma, è il ragionamento del dirigente pugliese, “prima la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) su scuola, sanità, assistenza e trasporto e poi l’autonomia”. Poi, insiste, chiedendo il coinvolgimento del Parlamento e delle Regioni.

Conte: “La maggioranza intende allargare le disuguaglianze che già dividono Nord e Sud del Paese”

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha detto che con lo “scellerato progetto di Autonomia” la maggioranza “intende allargare le disuguaglianze che già dividono Nord e Sud del Paese”, “vuole spaccare l’Italia e far correre a due velocità una comunità nazionale che invece nelle difficoltà ha imparato ad essere unita e a tenersi per mano”. Ma a preoccupare Calderoli sono soprattutto i dubbi di Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

 

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