Non è solo uno scudetto, la rivincita di Napoli contro i luoghi comuni

Il Napoli vince lo scudetto e batte anche i soliti luoghi comuni. La città partenopea è già un gioiello e non ha bisogno di rinascere

Non è solo uno scudetto, la rivincita di Napoli contro i luoghi comuni

Che tra Napoli e il conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani non scorra buon sangue, è cosa nota. In più circostanze durante la sua trasmissione il giornalista aveva “punzecchiato” la città andando per stereotipi. Non è l’unico, per carità. E così forse dopotutto c’era da immaginarselo che anche ieri, alla notizia della vittoria dello scudetto da parte del Napoli, qualche dichiarazione scomposta (per voler usare un eufemismo) ci sarebbe stata.

Detto fatto: “La loro retorica è insopportabile. Le società vincono come da altre parti perché hanno dei progetti sportivi. La retorica del sud che è come una rivincita con il nord è ridicola. Ha vinto il popolo di Napoli? Ma quale vittoria del popolo, ha vinto la società e non il popolo”.

Queste le dichiarazioni di Giuseppe Cruciani, durante il programma Dritto e Rovescio su Rete 4. C’è da sorprendersi? Niente affatto. Lo stesso programma condotto da Paolo Del Debbio ha messo insieme due aspetti della città di Napoli che poco c’entrano l’uno con l’altro: da una parte la vittoria dello scudetto, dall’altra l’abolizione del Reddito di cittadinanza.

Basta ricordare il titolo che è stato dato a quel blocco di programma per comprendere come qualcosa, nella semplificazione televisiva, non torna: “Napoli vince lo scudetto ma perde il reddito”. Come se la cosa riguardasse tutta la città. Indistintamente. In questo orizzonte va inserita anche la dichirazione di Cruciani.

E i commenti sui social non si sono fatti attendere: “Cruciani fa vomitare. È così lontano dal nostro mondo che non potrebbe mai capire. Retorica? Ormai è lui che fa sempre gli stessi discorsi pieni di livore per far parlare di sé perché altrimenti nessuno se lo fila”, scrive un’utente. “Non rovinate la festa scudetto con queste dichiarazioni”, scrive un altro. Vincenzo invece si lascia andare ad un commento di condanna: “Pleonastico!”. Un botta e risposta che senz’altro si sarebbe potuto evitare. Non fosse altro perché alcune dichiarazioni, alcune semplificazioni sono frutto di un sentito dire che, onestamente, ha anche stancato abbastanza.

Rivoluzione

Ed è anche per questo che lo scudetto del Napoli assume un contorno ancora più marcato, un significato denso e che trascende il calcio. Sarebbe sbagliato – questo sì – a pensare che la vittoria della Serie A rappresenti il riscatto di un intero popolo. Ed è sbagliato per un semplice motivo: la città di Napoli non ha bisogno di alcun riscatto perché sa riscattarsi senza il mero strumento del calcio.

E lo ha già fatto considerando che è uno dei centri d’Italia più vivi culturalmente, più all’avanguardia sul fronte della transizione ecologica, maggiormente visitate tra 2022 e quest’inizio di 2023. Ha problemi endemici, questo è vero. Ma come tante altre città d’Italia. È, semmai, la ciliegina sulla torta di una continua rinascita. Ecco perché, forse, i festeggiamenti sono iniziati da giorni e dureranno ancora a lungo.

Non è retorica, non è falsa speranza nutrita semplicemente da un pallone, ma è la risposta genuina, gioiosa, corale a tutti coloro che ragionano per sentito dire, appiccicando etichette semplicistiche e attaccando senza alcun contenuto. La risposta a tutto questo è l’azzurro che ha ricoperto tutte le città d’Italia.