Lazio, regione dei veleni. Seppellita da rifiuti illegali

di Andrea Koveos

Non c’è solo Malagrotta. Nelle discariche del Lazio si continuano a versare tonnellate di rifiuti non trattati. Ci sono foto e video che certificano l’illegalità. Prove raccolte in un dossier dai radicali. Immondizia cosiddetta “tal quale” e riconoscibile anche da lontano perché in grado di attirare una grande numero di gabbiani. Le immagini e  le riprese realizzate dai volontari dell’associazione Radicali Roma denunciano che a Cupinoro, nel comune di Bracciano, a Borgo Montello a Latina e all’Inviolata, nel comune di Guidonia, si continua a gettare l’indifferenziato. Un’abitudine che a Roma non si riesce a stroncare malgrado ci siano   direttive europee e leggi italiana che lo vietano. I radicali Riccardo Magi, Massimiliano Iervolino e Paolo Izzodurante hanno presentato una documentazione che prova la situazione gravissima e illegale dello smaltimento di rifiuti nel Lazio.

Fatti certi
Il dossier mostrerebbe come ancora in questi giorni vengano sversati in discarica rifiuti non trattati o trattati in modo insufficiente, in violazione della normativa europea e nazionale. Il conferimento illegale provoca percolato, che può inquinare il terreno e le falde acquifere, provocare odori nauseabondi, gas nocivi, danni ambientali enormi e danni alla salute dei cittadini. Per questo i radicali annunciano di aver preparato un esposto che sarà inviato alle Procure competenti e a tutti i soggetti istituzionali interessati. Oltre alle immagini relative alle discariche di Borgo Montello e dell’Inviolata-Guidonia, ci sono immagini inedite della discarica di Cupinoro che dimostrerebbero la stessa prassi illecita. Proprio a Cupinoro la Regione Lazio ha autorizza l’ampliamento dell’invaso. Il 9 settembre scorso, infatti, la Bracciano Ambiente spa, che gestisce l’invaso, ha pubblicato un’asta pubblica per mettere in vendita “a terzi operatori economici” lo spazio per 20mila tonnellate di rifiuti (esattamente scarti di Cdr) per il periodo fino al 31 dicembre rinnovabile di mesi 3 secondo le volumetrie disponibili. L’ampliamento, invece, prevede che accanto agli invasi già esistenti sulla Settevene Palo ne sarà realizzato uno nuovo da 450 mila metricubi chiamato Vaira 1. Il parere positivo del progetto presentato nel 2012 dalla Bracciano Ambiente è stato rilasciato lo scorso 16 ottobre dal direttore dell’area Valutazione di impatto ambientale della Regione, Raniero De Filippis. Nell’invaso, dunque, potranno essere stoccati rifiuti solidi indifferenziati da raccolta differenziata. La discarica potrà svilupparsi anche in altitudine, per una massimo di 308 metri di altezza. La chiusura di Malagrotta, apparente, poiché la spazzatura continua ad arrivare nella Valle Galeria per essere trattata nei due impianti di Cerroni, non sembra aver risolto il problema. Anzi.

La differenziata
Del resto è stato lo stesso Commissario Goffredo Sottile ha più volte affermato che tutti i rifiuti indifferenziati prodotti a Roma vengono trattati ma che gli impianti predisposti a tali operazioni sono da ritenersi obsoleti. Le dichiarazioni del Prefetto pesano come macigni poiché come afferma Massimiano Iervolino “trattare tutti i rifiuti non è di per sé indice di qualità, soprattutto quando lo stesso Commissario sottolinea le carenze degli impianti, motivo per cui è più che lecito avere qualche dubbio sulle caratteristiche del materiale che viene conferito in discarica”.