Lotta alla mafia e riforma del Csm. Sulla giustizia il M5S avvisa Draghi. Parla il capogruppo in Commissione, Saitta: “Sull’ergastolo ostativo non si può più aspettare”

Il tema della giustizia torna prepotentemente al centro dell’agenda politica, specie dopo il discorso di insediamento di Mattarella.

Lotta alla mafia e riforma del Csm. Sulla giustizia il M5S avvisa Draghi. Parla il capogruppo in Commissione, Saitta: “Sull’ergastolo ostativo non si può più aspettare”

Il tema della giustizia torna prepotentemente al centro dell’agenda politica, specie dopo il discorso di insediamento per il nuovo mandato di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica (leggi l’articolo): “Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività. Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della Magistratura, l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria”, ha detto il presidente dinanzi ai parlamentari.

“Ha indicato la riforma del Consiglio superiore della magistratura – spiega a La Notizia Eugenio Saitta, capogruppo del Movimento cinque stelle in Commissione Giustizia alla Camera – ma anche fatto un passaggio molto significativo sulla necessità che il nostro Paese sia libero dalle mafie e si sottragga al ricatto della criminalità”.

A riguardo quale dev’essere la priorità dell’azione legislativa?
Su questo secondo punto il Parlamento deve assolutamente approvare entro i prossimi mesi la nuova disciplina dell’ergastolo ostativo. La Corte Costituzionale ha dato tempo fino a maggio. Dobbiamo intervenire subito se vogliamo evitare che pericolosi boss tornino in libertà. E la nostra proposta di legge, poi confluita in un testo più ampio, affronta bene le problematiche sollevate dalla Consulta.

In merito al Consiglio Superiore della Magistratura, c’è una riforma approvata da più di un anno dal Consiglio dei ministri. Perché secondo lei si è tutto fermato?
L’attività dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è sempre stata molto intensa proprio per arrivare a elaborare una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che fosse in grado di coniugare tutte le esigenze.

Il Movimento cosa propone?
Noi poniamo in cima la necessità di porre fine una volta per tutte alle cosiddette ‘porte girevoli’ fra politica e magistratura e alle derive del correntismo. Solo in questo modo sarà possibile realizzare una reale trasparenza negli incarichi.

A che punto siamo a riguardo?
Finora in commissione di Montecitorio abbiamo lavorato svolgendo tutte le audizioni previste, presentando gli emendamenti e rapportandoci con il Ministero della Giustizia. Ora attendiamo che la ministra ci presenti i suoi emendamenti. Nel mese di agosto del 2020 la riforma presentata dall’ex Guardasigilli Bonafede era per noi una soluzione equilibrata che teneva conto di diversi pareri autorevoli. Poi c’è stata la caduta del Governo Conte II e l’Esecutivo attuale vive di equilibri diversi.

Crede che lo stop alle cosiddette “porte girevoli” tra politica e magistratura, punto fondamentale per il Movimento, possa aver infastidito qualcuno?
Non lo sappiamo e non ci interessa. Indipendenza e autonomia della magistratura sono principi sacrosanti. Sulle ‘porte girevoli’ non indietreggiamo di un solo centimetro.

Uno dei temi divisivi all’interno della maggioranza resta anche la riforma del processo penale e lo stop alla prescrizione. Cosa accadrà quest’anno?
Mi permetta di chiarire un punto.

Prego.
Come MoVimento 5 Stelle siamo intervenuti per modificare gli effetti della cosiddetta riforma Cartabia sottraendo dalla tagliola dell’improcedibilità i processi che hanno ad oggetto reati mafiosi e aggravati da metodo mafioso. C’è da vigilare affinché anche processi che hanno ad oggetto altri gravi reati, come quelli ambientali, non si chiudano con una dichiarazione di improcedibilità. Va poi assolutamente sottolineata l’importanza che gli stanziamenti e le assunzioni previste dai piani dell’ex ministro Bonafede vadano in porto. Solo così il sistema-giustizia potrà uscirne rafforzato.

Finora è soddisfatto dell’operato della ministra Cartabia?
Come accennavo prima, all’interno della maggioranza sui temi della giustizia ci sono sensibilità lontane, a volte opposte. La ministra ne è consapevole e sta cercando di muoversi con equilibrio.