Le Lettere

L’ultima provocazione del G7

Ho letto il comunicato finale del G7 tenutosi in Giappone e mi è sembrato di una arroganza senza limiti.
Luisa Cordelli
via email

Gentile lettrice, arroganza è la parola giusta. I Sette Grandi si ritengono i padroni del mondo. “Diffidano” la Cina dal fornire armi alla Russia, quando la Cina non si è mai permessa di diffidare nessuno dal fornire armi all’Ucraina. Definiscono la Cina “il maggiore pericolo per la pace”, quando da tutte le indagini demoscopiche risulta che un soverchiante numero di Paesi del mondo ritiene che il più grave pericolo in assoluto venga dagli Usa, attori di tutte le grandi guerre degli ultimi 70 anni. Infine intimano alla Russia di ritirarsi “senza condizioni” dall’Ucraina, Crimea inclusa, mentre l’America dal 2014 tiene una forza di occupazione in Siria, che Trump voleva rimpatriare ma fu dissuaso da un quasi ammutinamento dei vertici del Pentagono. E infine la suprema ipocrisia dei Sette di fare visita, fingendo commozione, al cimitero dei morti di Hiroshima sotto la bomba atomica sganciata dall’America. Lì il premier giapponese Kishida, tenendo un discorso sulla città martire che oggi è rifiorita ed è un simbolo di pace, ha nominato la bomba più volte senza mai dire da chi fu sganciata, come fosse stato un evento naturale, un terremoto, un’eruzione vulcanica. E Biden, seduto davanti a lui, annuiva gravemente. È stato non solo uno spettacolo ributtante ma anche la dimostrazione plastica che da 78 anni il Giappone è un Paese a sovranità limitata, militarmente coartato dagli Stati Uniti, al pari della Germania e dell’Italia, gli altri due perdenti dell’ultima guerra mondiale.

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