La Sveglia

Non ci si fida più di tv e giornali

Non sono solo le copie che calano il problema dei giornali. Il 45% degli italiani non si fida di quello che legge o sente.

Non ci si fida più di tv e giornali

Non sono solo le copie che calano il problema dei giornali italiani. Siamo nel mezzo di in una crisi di fiducia che investe tutti i media e che è il miglior terreno per i discorsi d’odio e gli stereotipi. Lo scrive un sondaggio svolto da Demopolis per Oxfam: il 70% degli italiani è allarmato dall’attuale diffusione di discorsi d’odio sui social network. Inoltre: il 68% teme di incorrere in notizie false, 2 italiani su 3 dubitano spesso delle notizie viste o lette in rete.

Non sono solo le copie che calano il problema dei giornali. Il 45% degli italiani non si fida di quello che legge o sente

A pagare tutto questo, come sempre, sono soprattutto i più esposti e deboli: per il 56% degli italiani i discorsi d’odio contribuiscono a creare stereotipi contro gli immigrati, il 60% dei cittadini non ritiene che l’immigrazione sia un problema rilevante nel proprio vissuto quotidiano nonostante la politica ne parli di continuo.

Demopolis fa notare come la progressiva dimestichezza della popolazione con i nuovi media e con l’innovazione nelle comunicazioni, oggi induce ad usare la Rete quotidianamente per l’informazione sull’attualità: quotidiani online e siti d’informazione sono al primo posto fra gli strumenti impiegati (65%), mentre si mantengono dati elevati di fruizione anche per un medium tradizionale come la Tv, ma nella dimensione specifica dei telegiornali (60%).

Solo poco più di 4 italiani su 10 seguono programmi tv, talk show e dibattiti

Infatti, solo poco più di 4 su 10 seguono programmi tv, talk show e dibattiti; una percentuale di poco inferiore impiega invece i social network come strumenti di informazione sull’attualità. Il 45% degli italiani non si fida di quello che legge o sente sui mezzi di informazione o sui social. I telegiornali e i programmi televisivi risultano “spesso” non credibili per il 36% mentre il 47% degli italiani dubita “qualche volta” di ciò che gli viene raccontato e solo il 17% ammette di fidarsi ciecamente.

Per i quotidiani i numeri dicono che il 33% spesso non si fidano, il 53% qualche volta non crede a ciò che legge e solo il 14% ha piena fiducia nella carta e nei siti degli organi di informazione. Pochissima la fiducia nelle notizie lette sui social network: il 65% dice di dubitare spesso delle notizie che incrocia sui social.

E nonostante il 68% degli italiani si dica preoccupato di incorrere in notizie false e disinformazione è altissima la percentuale di chi incrociando una notizia (un’immagine o un video) interessante e sorprendente confessa di “inoltrarla a amici e parenti senza verificarne l’attendibilità”.

Solo il 13% verifica l’esattezza di una notizia

Solo il 13% infatti verifica l’esattezza di una notizia ricevuta cercando conferma da altre fonti (che dovrebbe essere il lavoro dei giornalisti, tra l’altro). Il primo ostacolo quindi è la consapevolezza: oltre 4 intervistati su 10 si sentono immuni al rischio di incorrere in bufale o fake news nei media e nei social network: sono un problema solo per gli altri, dicono. Inoltre, 3 su 10 si dichiarano poco o per nulla preoccupati per l’attuale diffusione di discorsi e atteggiamenti d’odio sui Social Network.

Tuttavia, è maggioritaria la disponibilità a una disciplina normativa della materia per limitare il dilagare del fenomeno. Poco meno dei due terzi sarebbero oggi favorevoli alla regolamentazione dei contenuti sui social network e sui media per combattere i discorsi d’odio, ma il dato si differenzia in base alla collocazione politica dei rispondenti, con punte dell’85% tra chi vota PD e del 76% fra gli elettori di Forza Italia, ed una percentuale che crolla al 51% fra i votanti Lega.

I costi impazziti di gas e carburante sono attualmente al 1° tra le preoccupazioni degli italiani

Indicativi anche i risultati sulle preoccupazioni degli italiani: l’allarme per i costi impazziti di gas e carburante è attualmente al 1° posto per l’81% degli italiani, al 2° per il 78% sono le politiche per l’occupazione e il lavoro. L’immigrazione passa dal 3° posto nel 2019 alla 7° posizione di oggi. Anche se al governo parlano parlano solo di quella.