Nuovo Cda Rai: un esercito di pensionati e riciclati all’assalto. Vecchie glorie dei partiti, giornalisti ed ex potenti oggi in disarmo: ecco chi corre per una poltrona in Viale Mazzini

Un esercito di disoccupati e riciclati alla ricerca di una poltrona Rai

Di tutto di più. Quando c’è di mezzo la Rai nulla può stupire, compresa l’ambizione di personaggi di gran lunga più abili a surfare tra le onde del potere che a occuparsi di televisione e nuovi media. Eppure anche stavolta è andata così: il Consiglio di Amministrazoine di Viale Mazzini è inteso come un comodo poltronificio, ideale per gestire rapporti e stare nel giro che conta. E allora giù un po’ tutti a provarci ad entrare nella stanza dei bottoni. Ci mancherebbe: non che negli anni passati andasse troppo diversamente, ma adesso con l’obbligo di rendere pubblici i nomi dei candidati se ne possono vedere delle belle, scoprendo gli altarini di tanti personaggi in cerca di fama, o più semplicemente di uno strapuntino per togliersi qualche sassolino entrato nelle scarpe sui viali di Saxa Rubra. Per non parlare di chi punta ad avere giusto qualcosa da fare piuttosto che starsene in pensione a casa propria.

Conflitti – Vediamo allora qualche nome e le credenziali di questi candidati al Cda Rai. Un nome sicuramente noto è quello di Piero Vigorelli, ex giornalista Rai, Mediaset e Telecom. É sicuramente esperto di televisione Marco Mele, ex giornalista del Sole 24 Ore, così come Ruben Razzante, autore tra l’altro di un importante manuale di diritto dell’informazione. Francesco Siciliano è un produttore televisivo, così a occhio e croce in potenziale conflitto d’interessi. Dalla concorrenza seria arriva Wolfgang Achtner, ex Cnn e Abc. Emmanuel Gout ha lavorato per anni come lobbista in Russia, ed è stato presidente di Telepiù. Giorgio Lainati, ex giornalista del Tg5, è stato deputato per quattro legislature e tra i fondatori di Forza Italia. Chi tornerebbe a casa è Fabrizio Del Noce, ex direttore di RaiUno e di RaiFiction, già deputato per una legislatura di Forza Italia. Imprevedibile come le Iene del programma a cui ha lavorato, spunta pure Dino Giarrusso, candidato senza successo alle Politiche del 4 marzo scorso dal Movimento 5 Stelle. C’è poi Gianni Celata: ex membro della Commissione Nazionale Cinema e del cda dell’Ice.

Editori & C. – Rivuole la sua vecchia poltrona Alberto Contri, ex cda Rai nell’era Celli-Zaccaria, oggi a capo di Pubblicità Progresso. Sorprendente la candidatura di Paola Balducci, avvocato di grido e consigliere laico del Csm in uscita da Palazzo dei Marescialli dove è stata eletta nel 2014 in quota Centrosinistra, ex deputata dei Verdi ed ex componente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti. Nutrita la pattuglia che ruota attorno a Marco Travaglio, con Lucia Calvosa, nel Cda dell’editoriale Il Fatto Spa, ma anche ex consigliera di Monte Paschi, Crescita Spa (cioè De Agostini) e Tim, e poi Sandro Parenzo, ex presidente di Telelombardia e azionista di Chiarelettere, azionista a sua volta del Fatto Quotidiano. Insieme a questi va ricordata la candidatura già ampiamente annunciata da Michele Santoro, anche lui entrato (ma poi un po’ freddamente uscito dalla compagine del quotidiano cofondato da Antonio Padellaro. Batte da tutt’altra parte – politicamente parlando – il cuore di Dario Fruscio, uomo dei Cda della Lega (Eni, Agea, ecc.) negli anni d’oro di Umberto Bossi. É stato amministratore delegato del Tempo prima della cessione al gruppo Angelucci, Federico Vincenzoni, adesso tra i manager dell’editore Amodei (Il Corriere dello Sport, Tuttosport, ecc). Nel suo curriculum anche la guida di Base per Altezza, società che edita Formiche e che fa capo a un altro ex consigliere Rai, Paolo Messa, oggi dato in forte avvicinamento ai 5 Stelle.

Destra e sinistra – Da destra arriva Sergio Marchi, già assessore di Gianni Alemanno in Campidoglio, così come ha avuto un ruolo in quella stessa stagione politica Roberto Diacetti, Ad dell’Atac tra il 2012 e il 2013 e oggi presidente di Eur Spa. Da tutt’altra parte arriva Flavia Barca, assessora sempre a Roma ma nella giunta Pd di Ignazio Marino, incidentalmente sorella dell’ex ministro Fabrizio Barca, vicinissimo a Giorgio Napolitano. Dalla Guardia di Finanza arriva il generale Umberto Rapetto, super esperto nel contrasto alle frodi informatiche. Servisse mai un avvocato, ecco che negli elenchi spunta Mauro Vaglio, fresco parlamentare Cinque Stelle ma soprattutto presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma. Dalla giurisprudenza alla sociologia, tra i candidati al Cda Rai si fa notare la presenza di Giuseppe Roma, direttore generale del Censis. Ma sono i giornalisti a farla da padrone, con nomi molto noti nella tv pubblica, come Franco Siddi, sindacalista (è stato segretario della Federazione nazionale della stampa) e consigliere di amministrazione uscente di viale Mazzini. Ha lasciato la Rai ma evidentemente vorrebbe tornarci Aldo Forbice, per molti anni conduttore del programma di punta di Radio 1, Zapping e oggi collaboratore de La Verità di Maurizio Belpietro. Punta sulla stessa poltrona di consigliere Giovanni Minoli, con un passato da grande innovatore in tv e un presente a La7. Altro giornalista innovatore, ma questa volta più su Internet, è Angelo Maria Perrino, ideatore e fondatore venti anni fa di Affaritaliani.it, oggi considerato uno dei più importanti giornali nativi digitali. Chi spera ostinatamente nelle porte girevoli, pur essendo stati nominati nella precedente legislatura, sono i consiglieri uscenti Arturo Diaconale, bandiera di un’area liberale sparita da tutti i radar, così come Giancarlo Mazzuca, già direttore dei quotidiani del gruppo Monrif, Il Resto del Carlino e Il Giorno, oltre che deputato di Forza Italia. Con più chance rispetto ai colleghi prova a farsi confermare pure Carlo Freccero, indicato nel 2015 dai 5 Stelle e dunque a maggior ragione oggi con la sponda politica giusta.

Manager e consumatori – Nutrito pure il drappello di ex boiardi di Stato, come Roberto Spingardi, già direttore di Invitalia, già vicepresidente esecutivo di Adr Aeroporti di Roma e ancora prima direttore generale delle Ferrovie. Al vertice della Simest (società controllata dal Mef) è stato Massimo D’Aiuto. Alla voce rappresentanti dei consumatori, si notano il presidente del Codacons Carlo Rienzi e dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, entrambi volti piuttosto conosciuti perché spesso ospiti di trasmissioni televisive. Altrettanto noto, ma in questo caso nei palazzi della politica, è Giuseppe Rossodivita, un avvocato esperto di diritto dell’informazione da sempre vicino ai Radicali, da Marco Pannella a Emma Bonino. Tra gli animatori dell’associazione di centrodestra Cultura e Identità, Paolo Pagliaro è un editore e membro dell’ufficio di presidenza di Forza Italia, dipartimento Cultura Puglia.

C’è pure Di Majo – Tra tanti nomi blasonati, in molti casi di pensionati e vecchie glorie dei partiti della Prima e Seconda Repubblica, chi volesse andare sul sicuro e puntare al cambiamento non si illuda che un posto in Cda vada a Luigi Di Majo, solo quasi omonimo del leader del Movimento, ma in realtà avvocato ed ex conduttore di programmi Rai anche di un certo successo, pure lui finito nella lista dei 236 auto-candidati (196 alla Camera e 169 al Senato, anche se in qualche caso c’è chi ha presentato il curriculum in entrambi i rami del Parlamento).

ELENCO DELLE CANDIDATURE PERVENUTE AL SENATO

 

ELENCO DELLE CANDIDATURE PERVENUTE ALLA CAMERA