Urbanistica, s’indaga anche sul grattacielo Syre. Intanto altri tre magistrati si aggiungono al pool dedicato agli abusi edilizi

Anche il grattacielo Syre di San Siro finisce sotto la lente dei magistrati. I pm sospettano possibili abusi edilizi

Urbanistica, s’indaga anche sul grattacielo Syre. Intanto altri tre magistrati si aggiungono al pool dedicato agli abusi edilizi

Chi si aspettava (o augurava) un “ammorbidimento” delle indagini della procura di Milano che indaga sull’urbanistica “allegra” degli ultimi 12 anni, rimarrà deluso. La Procura, infatti, non solo ha puntato i suoi fari su altri due mega-progetti della “Milano che non si ferma”, ma ha anche aumentato il numero di pubblici ministeri del pool già formato dai magistrati Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunta Tiziana Siciliano.

Faro dei pm sul grattacielo Syre

Ma andiamo con ordine: ieri la LaPresse ha rivelato che altri due progetti immobiliari sono finiti sotto inchiesta per abusi edilizi. Un fascicolo con l’ipotesi di lottizzazione abusiva è stato infatti aperto nei confronti del progetto “Syre – New Living a San Siro”, una torre di 22 piani e un edificio in linea di 8 piani affacciati su via dei Rospigliosi, progettati dallo Studio Marco Piva e realizzati da Redbrick Investment Group per conto del fondo ‘Domus IV’, gestito dal colosso assicurativo Axa Real Estate Investment. Il progetto, in fase di consegna nel 2025, prevede la realizzazione di 120 appartamenti su 11.543 mq di superficie (trilocali da 722mila euro, quadrilocali fino a 1,3 milioni), quasi già interamente venduti.

Un secondo fascicolo ha visto invece la luce a carico dell’edificio ribattezzato ‘The Nest‘ (‘il Nido’) nella centralissima via Fontana 22, nei pressi di Porta Vittoria e del Tribunale di Milano. Il progetto di Barreca & La Varra è stato già completato negli scorsi mesi e gli appartamenti sono stati venduti.

L’indagine partita dall’esposto dei Comitati

Il progetto “Syre” è tra quelli che erano stati portato all’attenzione della Procura a dicembre 2024 dai rappresentanti della Rete dei comitati Valeria Bacchelli, Claudia Corbi e Irene Pizzocchero, che avevano consegnato ai pm un esposto contenente documentazione e pratiche edilizie relative a 4 progetti immobiliari e cantieri, dopo averne consegnati una quindicina a luglio dello stesso anno, e sui quali sarebbero stati effettuati accessi agli atti presso gli uffici del Comune di Milano.

Oltre al grattacielo di San Siro, ora sotto inchiesta, i comitati avevano portato all’attenzione di inquirenti e GdF le carte relative al cantiere di via Baldinucci 46 a Dergano nel giardino dell’ex Armenia Films, la ‘Residenza Gutenberg’ di via Monte San Genesio 8 a Dergano e il progetto ‘Case nel parco’ di via Trasimeno 86/10 in zona quartiere Adriano-Crescenzago.

Aumentano gli esposti, aumentano i pm

Insomma, una mole di esposti e di lavoro. Più che naturale, quindi che aumentino i magistrati al lavoro sui vari casi. E infatti Siciliano nelle scorse settimane ha assegnato fascicoli d’inchiesta sull’urbanistica ad almeno tre nuovi sostituti procuratori del Secondo dipartimento competente per gli illeciti edilizi e contro la pubblica amministrazione: Giancarla Serafini, già titolare delle indagini per turbativa d’asta e falso sulla gara internazionale della Beic che ha portato a chiedere il rinvio a giudizio degli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi; Francesca Celle, che è anche co-assegnataria dell’inchiesta sul crollo dell’insegna Generali alla torre Hadid di City Life, e Giovanna Cavalleri, magistrata specializzata anche in reati economico-finanziari.

Inoltre, la scelta risponderebbe ai nuovi criteri organizzativi impostati dal Procuratore della Repubblica, Marcello Viola, che nel 2024 ha nuovamente attribuito “come già avvenuto in passato la competenza in ordine agli illeciti urbanistici e ambientali” al secondo dipartimento della Procura che si occupa di “delitti contro la pubblica amministrazione”, come la corruzione e la turbativa d’asta. Gli “illeciti urbanistici e ambientali”, si legge nelle 69 pagine del piano organizzativo dell’ufficio, vanno sempre considerati come “possibili ‘reati-spia’” della corruzione