Il Lazio vede la zona arancione, rischiano Veneto e Toscana. Oggi l’ordinanza di Speranza con la nuova mappa delle zone rosse d’Italia

L'ordinanza di Speranza oggi porterà altre regioni in zona rossa e zona arancione. Il Lazio verso l'arancione, rischiano Veneto e Toscana

Il Lazio vede la zona arancione, rischiano Veneto e Toscana. Oggi l’ordinanza di Speranza con la nuova mappa delle zone rosse d’Italia

Come ogni venerdì anche oggi si tirano le somme per le Regioni e con i numeri dei nuovi contagi alla mano il ministro della Salute, Roberto Speranza, farà una nuova ordinanza per definire gli eventuali cambi di colori. Intanto Lombardia e Valle d’Aosta in rosso, Lazio e Toscana in arancione, in attesa delle valutazioni della cabina di regia, le regioni analizzano i dati Rt e fanno previsioni sulla fascia di colore che scatterà lunedì 29 marzo.

Oggi l’ordinanza di Speranza con la nuova mappa delle zone rosse d’Italia

Se la giocano sul filo del rasoio Veneto e Toscana. “Le proiezioni che abbiamo è di un Rt ai limiti della zona arancione e abbiamo una incidenza ancora intorno ai 250 casi ogni 100 mila abitanti. Le legge prevede che questi parametri debbano rientrare sotto soglia per cambiare zona. Stiamo aspettando con ansia l’attribuzione dei parametri”, spiega il governatore del Veneto Luca Zaia. “Direi proprio di no. Siamo a 248 nuovi casi su 100mila abitanti e abbiamo un Rt di 1,09-1,10, quindi siamo in zona arancione”, dichiara il governatore della Toscana Eugenio Giani.

Le regioni attualmente rosse sono in tutto 10: Campania, Friuli Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, la Provincia di Trento, le Marche, la Lombardia e la Puglia resteranno, molto probabilmente, tali. Mentre Lazio e Veneto potrebbero cambiare colore e passare arancioni. Ma come se non bastasse dopo Pasqua la situazione dell’intero paese potrebbe non variare molto. I ministri del centrodestra premono, ma la possibilità di allentare i divieti dal 7 aprile si allontana. Troppo alto il numero dei contagi, così come quello delle vittime e soprattutto delle persone in terapia intensiva. La decisione sarà presa nei prossimi giorni. Il presidente del Consiglio Mario Draghi convocherà la cabina di regia. Ma gli scienziati sono contrari al ritorno delle Regioni in fascia gialla.

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Il Lazio vede la zona arancione, rischiano Veneto e Toscana

L’unico spiraglio riguarda le scuole, per il resto sembra difficile che almeno fino al 15 aprile possa esserci un allentamento. Soprattutto perché la riapertura di bar e ristoranti rischia di far risalire la curva epidemiologica. La riapertura di cinema e teatri inizialmente prevista per il 27 marzo certamente slitterà di almeno due settimane. È più probabile che avvenga non prima del 15 aprile. I dati esaminati martedì dal premier Draghi con il ministro Roberto Speranza e i rappresentanti del Cts sconsigliano di abbandonare le misure attuali.

Anche sulle scuole, che lo stesso presidente del Consiglio auspica di riaprire, una valutazione finale sarà fatta in base all’evoluzione della curva epidemiologica. Viene considerato probabile che tornino in classe gli studenti di asilo ed elementari in zona rossa e tutti gli altri se sono in arancione ma con la didattica a distanza al 50 per cento. La Fondazione Gimbe avvalora la tesi degli esperti. Nell’ultimo monitoraggio anche se rileva, un lieve decremento dei nuovi casi (-4,8%) seppur con notevoli differenze regionali registra un aumento invece di tutti gli indicatori ospedalieri. Saturazione terapie intensive maggiore del 30% in 12 regioni e reparti di area medica maggiore del 40% in 10 regioni.

L’ordinanza di Speranza in vigore dal 29 marzo

Ma facciamo un passo alla volta. L’ordinanza del ministro Speranza sarà firmata oggi ed entrerà in vigore da lunedì prossimo. Ma dal 3 al 5 aprile, come previsto dall’ultimo decreto del Governo, tutta Italia tornerà in rosso. Nelle momentanee zone arancioni rimangono chiusi bar e ristoranti, aperti parrucchieri e centri estetici, i negozi. Si può circolare all’interno del Comune. Nelle zone rosse i negozi sono chiusi, tranne quelli inseriti nella lista dei codici Ateco che consentono l’ingresso al pubblico come servizi essenziali, chiusi bar e ristoranti, anche i parrucchieri e i centri estetici